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teatro in lutto

Un po' saggio e un po' giullare: addio all’attore Celeste Sartori, cuore gentile sotto la scorza

di Michela Pezzani
I funerali oggi, 7 maggio, alle 15 nella Chiesa di San Giuseppe Fuori le Mura partendo da Casa Serena, dove negli ultimi tempi viveva
Celeste Sartori in «Rebby, cronaca di una vita ovale»
Celeste Sartori in «Rebby, cronaca di una vita ovale»
Celeste Sartori in «Rebby, cronaca di una vita ovale»
Celeste Sartori in «Rebby, cronaca di una vita ovale»

Ultimo saluto ad un altro significativo personaggio di Verona, l’attore Celeste Renzo Sartori che nella nostra città ha dedicato una vita alla passione per il teatro e se ne è andato a 86 anni un mese dopo la scomparsa di sua moglie Carla che condivideva con lui vita e medesimi interessi.

Il suo primo lavoro ironizzato da lui “ normale” era il postino ma il richiamo del palcoscenico è stato più forte. Uomo di lettere, sportivo fino all’osso e giocatore di rugby, ha fatto parte della Nazionale italiana ed è autore del libro “Rebby” di riflessione in stile metafora della sua esistenza e di quella in generale.

Scherzoso ma gentiluomo, Sartori aveva sempre il gusto della battuta e la capacità di ironizzare sulle cose mantenendo però un contegno serio, meglio dire serioso, come in una perenne messa in scena del proprio rapporto sdrammatizzante dei problemi della vita: un po’ saggio e un po’ giullare che sfoggiava con candore una sorta di satira rispetto allo stare al mondo.

Ci sembra allora di vederlo interpretare i ruoli più svariati ma che richiedevano quella sua “maschera”innata che nella Commedia dell’Arte non aveva bisogno di essere messa sul volto perché già la natura aveva provveduto. In quanto ad agilità, poi, faceva invia ai giovani come quando nel “Cyrano” di Punto in Movimento, dal capolavoro di Edmond Rostand, allestito sull’acqua con numerose repliche, sia alla Peschiera di Villa Scopoli che alla Darsena di Peschiera del Garda. Lui recitava e remava con sicurezza in bilico su una barchetta e in abiti antichi seicenteschi non certo comodi eppure impeccabili.

Resta inoltre tassello significativo del teatro veronese la sua partecipazione al Teatro Laboratorio di tanti anni fa, alla tragedia “Prometeo incatenato” di Eschilo sotto la guida di Ezio Maria Caserta che l’allora allievo ha considerato un maestro.

Tante sono le compagnie con cui Celeste Sartori ha collaborato e tutti ricordano con affetto “El secio de colór” (soprannome che lui stesso si era dato ripetendo sempre questo slogan) e ha rivelato un cuore gentile sotto la scorza, sempre, anche quando nel 2016 ha perso la vista.

I funerali oggi, 7 maggio, alle 15 nella Chiesa di San Giuseppe Fuori le Mura partendo da Casa Serena, dove negli ultimi tempi viveva.

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