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«Klute», Jane Fonda oltre la sexy fidanzata d’America

Jane Fonda in «Klute»
Jane Fonda in «Klute»
Jane Fonda in «Klute»
Jane Fonda in «Klute»

Quando Jane Fonda si è affrancata dalla qualifica di sexy fidanzata d’America per diventare un’attrice «seria e rispettata»? Esattamente cinquant’anni fa con l’uscita del claustrofobico thriller di Alan J. Pakula «Klute», proiettato in anteprima a New York il 23 giugno 1971 e giunto successivamente in Italia con il titolo «Una squillo per l’ispettore Klute». Primo capitolo della cosiddetta Trilogia della Paranoia di Pakula (proseguita con «Perché un assassinio», 1974, e «Tutti gli uomini del presidente», 1976), il film racconta le indagini del detective John Klute (Donald Sutherland), il quale, dopo essere stato incaricato di ritrovare un industriale scomparso, si imbatte in una serie di omicidi che insanguina il mondo della prostituzione newyorkese. A fargli da guida in quel sottobosco è Bree Daniels (Fonda), aspirante attrice che sbarca il lunario come ragazza squillo e che scopre fin troppo presto di essere finita nel mirino del maniaco. Oggi il ruolo di Bree (giovane donna che ha perso la fiducia in un mondo dominato da falsità e perbenismo, avulsa sia dallo stereotipo della «puttana dal cuore d’oro», sia da quello dell’escort depravata) è considerato uno degli snodi cruciali nella costruzione di nuovi personaggi femminili sempre più complessi e realistici, ma all’epoca trovarne l’interprete fu un bel problema. Barbra Streisand rifiutò e Jane Fonda ebbe molte difficoltà ad accettare la parte, temendo che impersonare una call girl contraddicesse il suo impegno come femminista. Per prepararsi, la Fonda frequentò i locali in cui gravitava la prostituzione d’alta classe della Grande Mela, ma non venne abbordata da alcun possibile cliente e nessun protettore si offrì di rappresentarla. Ciò la mandò in crisi e, convinta di non essere abbastanza desiderabile per essere una Bree credibile, pregò il regista di sostituirla con l’amica Faye Dunaway. Pakula rifiutò categoricamente ed ebbe ragione perché, grazie a «Klute», Jane Fonda si portò a casa l’Oscar come miglior protagonista. Ma non solo: l’audace look dell’attrice, creato dalla celebre costumista Ann Roth, influenzò profondamente anche la moda di quel periodo e viene tuttora proposto nei servizi fotografici che sono ispirati allo stile vintage. Persino la serie a fumetti «Dylan Dog» ha reso omaggio a «Klute»: infatti una delle donne più amate dal celebre indagatore dell’incubo è stata proprio una prostituta di nome Bree Daniels.•.

Angela Bosetto

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