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AL TEATRO RISTORI

Schubert, poeta in musica con I Virtuosi Italiani e la pianista cinese Jin Ju

La pianista cinese Jin Ju
La pianista cinese Jin Ju
La pianista cinese Jin Ju
La pianista cinese Jin Ju

Prosegue questa mattina alle 11 al Teatro Ristori la sezione Matinée della XXII stagione concertistica de I Virtuosi Italiani con il terzo appuntamento dal titolo Poesia in Musica. Una mattinata dedicata al compositore che maggiormente incarna lo spirito viennese, quello più autentico, Franz Schubert del quale verranno eseguiti due dei suoi capolavori più conosciuti e amati, il Quartetto per archi n.13 in la minore, op. 29, D. 804 «Rosamunda» e il Quintetto in la maggiore «La Trota».

 

Ospite insieme a I Virtuosi Italiani, per questa occasione in versione cameristica (Alberto Martini e Luca Falasca violini, Flavio Ghilardi viola, Zoltan Szabo violoncello e Sante Braia contrabbasso), la pianista cinese, ma naturalizzata italiana, Jin Ju che il pubblico veronese ha potuto già apprezzare per la sua sensibilità e per le sue qualità artistiche. Jin Ju definita da Bernard Lee, dello Sheffield Telegraph, «una delle migliori pianiste che abbia sentito da anni. Il suo approccio entusiasmante e dinamico al far musica è semplicemente meraviglioso!». «Il più grande poeta in musica che sia mai esistito»: così Liszt definì Schubert, che ha toccato momenti di insuperabile felicità inventiva nella estesa produzione liederistica ed anche nell'arte sinfonica, quartettistica e pianistica.

 

Il Quartetto per archi «Rosamunda», composto nel 1824, deve il nome al tema principale del secondo movimento, tratto dalle musiche di scena scritte da Schubert per l’omonimo lavoro teatrale, rappresentato a Vienna, senza alcun successo, il 20 dicembre 1823; il Quartetto, invece, è ritenuto una delle sue pagine più belle. Articolato in quattro movimenti, si presenta elegante e disteso con tratti a volte drammatici che sembrano voler sottolineare l’aspetto enigmatico della vita. In alcuni passaggi si respira un’atmosfera quasi di sofferenza mista a serenità e forza combattiva.

 

Il Quintetto in la maggiore «La trota» fu composto nel 1819 da Schubert a 22 anni, è conosciuto come «La Trota» perché il quarto movimento è una variazione sul precedente Lied di Schubert «Die Forelle» (la trota, appunto). Immagini che paiono liberarsi dagli schemi formali, intuizioni, temi dolcissimi, momenti espressivi sublimi. Questo è Schubert, un poeta, che nella musica mette sentimento, estasi e lirismo. Il Quintetto, tra i pezzi più popolari del compositore, è una serena conversazione tra pianoforte e archi, con una formazione «insolita»: violino, viola, violoncello e contrabbasso. Una pagina fatta di guizzi, trilli e cristalline melodie, poi parzialmente intaccata da una soffusa malinconia e da qualche impulso nervoso, per poi concludersi con una vivace danza paesana «all’ongarese». Il concerto è dedicato alla memoria di Laura Palmieri, indimenticata pianista e grande didatta veronese, che ha avuto il merito di scoprire e far crescere molti talenti.

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