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Il caso

Sarri, dalla batosta del Bentegodi alla polemica con... le Poste

Maurizio Sarri al Bentegodi
Maurizio Sarri al Bentegodi
Sarri e le poste

Nessuna emergenza in corso, niente stress: «Vivere sotto esame» è la consuetudine per un tecnico come Maurizio Sarri, «ancora di più quando si allena la Juventus». L’allenatore bianconero minimizza quando si parla della pressione dopo un numero di sconfitte inusuale per i bianconeri, già 4 compresa la Supercoppa italiana, ma incappa in uno scivolone: «Se non avessi voluto essere sotto esame avrei fatto domanda alle poste».

 

Una battuta infelice accolta con disappunto dall’azienda: «Invitiamo il signor Sarri a dedicare qualche minuto del suo prezioso tempo per informarsi che Poste è la più grande azienda del Paese, che viene scelta dai giovani laureati tra le aziende più attrattive in cui lavorare, che è riconosciuta tra le prime 500 aziende al mondo per qualità della vita lavorativa. Gli esami alle Poste ci sono eccome e l’azienda ne risponde ai cittadini alle imprese e alle pubbliche amministrazioni».

 

Il primo esame della Juve dopo il ko di Verona arriva a Milano, domani nella semifinale di Coppa Italia, «una brutta partita - dice Sarri - che ha avuto ripercussioni più ampie all’esterno che all’interno della società», ma anche in campo, con la semifinale di andata di Coppa Italia con il Milan che passa quasi sotto traccia, ma che «è evidentemente una partita complicata».

Sarri riporta nel registro della quotidianità la cena con Andrea Agnelli, in programma «dopo la Fiorentina» ma rinviata per impegni del tecnico e del presidente bianconero: «Programmazione normale, lo vedo spesso a cena. Non si parla della partita singola ma della globalità. Tutto è ampiamente nella norma: siamo a febbraio in piena corsa su tutti i fronti, in linea con gli obiettivi stagionali».

Meno nella norma sono i cali di tensione della Juventus, con «prestazioni non in linea con i nostri allenamenti» anche se lo stesso Sarri garantisce di avere in mano la squadra: «I calciatori stanno dando sempre il sostegno, la squadra si allena bene, lascia sempre sensazioni positive. La disponibilità in allenamento c’è sempre. La gestione del vantaggio non è quella ottimale, ma è palese dai numeri. I cali di tensione dipendono dalle situazioni, stiamo cercando di risolverla ma individuare il problema è estremamente difficile».

 

Il primo banco di prova è dietro l’angolo, con la sfida contro il Milan di Pioli: «Mi sembra che sia migliorato molto, viene da un derby perso in cui ha fatto bene per lunghi tratti. Giocare contro la Juventus una semifinale di Coppa Italia è sempre stimolante per tutti». L’infortunio di Douglas Costa porta Sarri a virare verso il modulo con Ramsey trequartista, anche se resta viva la suggestione di affidarsi nuovamente al tridente con Higuain, Ronaldo e Dybala. Mentre Chiellini procede verso il ritorno in gruppo, come dimostrano i «50 minuti di partita giocati in un’amichevole delle nostre giovanili», chi non salterà la partita di domani sera è Cristiano Ronaldo, nonostante il periodo di straordinari alle porte, tra campionato, Champions e Coppa Italia: «Ho parlato l’altro ieri con lui, mi ha detto di sentirsi bene e che avremmo valutato al primo insorgere di sintomi di stanchezza».

A chi gli chiede come veda un possibile approdo di Messi in Italia, rifacendosi alle parole di Braida, ex dirigente del Barcellona, Sarri spegne l’entusiasmo: «Messi è un giocatore di risonanza mondiale che è tesserato per il Barcellona. Se fossi un dirigente blaugrana direi «che ca**o vuole questo Sarri?».

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