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Intervista all'ex Pooh

Roby Facchinetti al Summer Music: «Finalmente torniamo a riveder le stelle»

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Roby Facchinetti
Roby Facchinetti
Roby Facchinetti
Roby Facchinetti

Un concerto per solidarietà. Tre giorni di musica e divertimento con musica, area street food e birra artigianale per sostenere la lotta alla sclerosi multipla. È l’obiettivo del Summer Music, l’evento in programma dal 24 al 26 giugno 2022 all’impianto sportivo Borgo della Vittoria, a San Martino Buon Albergo organizzato dall’associazione Chiave di Solidarietà in favore dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). Un fine settimana all’insegna della musica e della sensibilizzazione, che vedrà esibirsi sul palco l’artista e cantautore Roby Facchinetti e due tribute band tra le più conosciute sul panorama internazionale: gli Abba Dream e i Big One Tribute Band.

 

Quanta voglia di musica e di pubblico c’è?

Tantissima, lo si vede dalla partecipazione ai concerti. Per oltre due anni non abbiamo potuto stare insieme, non abbiamo potuto divertirci, ballare, neanche salutarci, abbracciarci. Lo dico anche nella mia canzone "Rinascerò, rinascerai": quando tutto sarà finito torneremo a riveder le stelle. Ed è quello che sta accadendo, quello che auspichiamo, che la pandemia finisca e che ci sia soltanto tempo per emozionarsi, stare insieme, divertirsi.

 

A San Martino si fa anche beneficenza.

Partecipo volentieri anche per questo, far del bene fa bene a chi lo fa. Non è un gioco di parole, sono convinto di questo, e quindi ho aderito con gioia, inoltre per me si tratta della prima tappa del tour estivo, dopo un inverno passato nei teatri. Porto il mio progetto discografico, "Simphony". Un album che contiene 20 brani tra i quali 15 del repertorio classico dei Pooh e degli album singoli miei e 5 inediti. Tutti i brani sono eseguiti dalla grande Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana e dalla Budapest Art Orchestra, entrambe dirette dal maestro Diego Basso che ha anche arrangiato l’intero album. Questo progetto è nato più di un anno fa dalla volontà di dare una nuova vita a quei brani che nel tempo sono diventati dei veri classici che fanno parte dell’immaginario di tutti. Sono molto orgoglioso di aver realizzato questo importante lavoro con il maestro e direttore Diego Basso. Questo disco nasce anche da una forte esigenza di continuare a fare musica. Vi hanno lavorato tra musicisti ed artisti 200 persone, ma nello spettacolo ne porto una quarantina.

 

Calca la scena da decenni, compone, scrive, arrangia, come nasce una canzone?

Da un’emozione. Non ti siedi al pianoforte e decidi di fare una canzone, deve esserci qualcosa che si muove dentro. E quando scrivi già senti quello che potrà diventare quel testo. E se mi emoziono io, mentre la suono, so già che sarà un successo. Non so esattamente spiegare come nasce una canzone.

 

I Pooh sono un fenomeno intramontabile. Non c’è canzone che a qualsiasi età non sia stata canticchiata dal pubblico.

Io dico sempre che i nostri fan sono i nostri agenti segreti. Ci sono tanti club, il più attivo è il Gran popolo dei Pooh. Io scherzando con loro dico che sono degli integralisti, dei fondamentalisti Pooohici. Organizzano eventi, trasferte, sono la nostra forza. Portano amici e parenti ai nostri concerti, sono davvero grandi. È vero, ci conoscono tutti, il merito è anche della televisione, ne abbiamo fatta tanta e siamo entrate nelle case delle persone. L’affetto che ci avvolge ad ogni evento per noi è vitale.

 

Lei e Riccardo Fogli siete entrati nella band che già esisteva. Ed era composta da bolognesi.

Sì, Riccardo ed io eravamo quelle venuti da fuori, lui dalla provincia di Pisa, io da quella di Bergamo. Abbiamo condiviso la stessa pensione, all’epoca io avevo la patente e lui il foglio rosa. All’inizio guidavo sempre io. Abbiamo fatto la fame insieme, all’inizio, sempre sperando che la nostra passione diventasse il nostro lavoro. Per questo siamo rimasti fratelli, anche se lui, sette anni dopo se n’è andato.

 

Una vita piena di successi, c’è qualcosa che vorrebbe fare?

Girare il mondo senza orologi. Ho viaggiato tanto, ma sempre per lavoro, ero concentrato su quello. Alle Hawaii dove abbiamo inciso Aloha, eravamo stati due mesi, ci ho lasciato il cuore. Vorrei fare quello che mi pare, senza scadenze, senza calendario.

Alessandra Vaccari

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