<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L’INTERVISTA

Riccardo Fogli: «Musica e amore sono la vita, ma noi dobbiamo meritarceli»

Il cantautore toscano sta preparando il nuovo album con Azzurra Music, sarà a Verona tra pochi giorni
Riccardo Fogli ieri negli studi di Radio Verona
Riccardo Fogli ieri negli studi di Radio Verona
Riccardo Fogli

Un viaggio nei ricordi e uno sguardo al futuro. Dove le canzoni di ieri si mettono un vestito nuovo e trovano una luce diversa. La visita di Riccardo Fogli alla redazione de L’Arena con diretta su larena.it e RadioVerona e è l’occasione per incontrare un artista simbolo della musica italiana. Per i trascorsi con i Pooh, per quella «Storie di tutti i giorni» che vinse Sanremo nel 1982 e rimane una delle canzoni più amate di sempre, e per tanti altri brani rimasti nel cuore della gente. Adesso grazie all’etichetta veronese Azzurra Musica il cantautore toscano proporrà un nuovo album e un evento aperto al pubblico in programma il 15 ottobre a Castelvecchio.
 

Da dove arriva tutta questa voglia di Riccardo Fogli di proporre nuovi progetti?
L’album che stiamo ultimando è molto ambizioso con canzoni vecchie rivisitate e altre inedite, ma in programma c’è anche un concerto evento in diretta con una grande orchestra, e probabilmente un libro in arrivo, insomma tante cose.

Qual è la chiave per ripartire dopo un periodo così complicato per tutti gli artisti?
Trovare editori che ti permettono di fare, di creare, di rivisitare canzoni del passato è un regalo del cielo, spero di meritarmi la stima di Marco Rossi e della sua etichetta.

Cosa cambia nella nuova versione di certe canzoni scritte anni fa?
Gli diamo una veste nuova ma con estremo rispetto della versione originale, senza cambiare gli accordi e senza cambiare quasi niente: sono i suoni ad essere diversi, una chitarra registrata con le tecnologie di adesso è tutta un’altra cosa. Come «Mondo», che nasce dopo la mia uscita folle dai miei fratelli Pooh, Marco Rossi mi ha fatto un regalo e permesso di fare questa rivisitazione, chiamando a collaborare anche Dodi Battaglia.
Lei ha avuto una carriera straordinaria, quanto conta ancora la musica?
La musica è tutta la mia vita, io ho iniziato lavorando per circa due anni in fabbrica alla Piaggio di Pontedera, ero un postino canticchiante, poi ho iniziato a guadagnare qualcosa cantando e suonando.

Ci sono un “prima” e un “dopo” con la sua uscita dai Pooh, quando ha capito che la musica sarebbe diventato il suo lavoro?
Ero un ragazzino che sognava di cantare e di suonare, con 250 lire prendevo lezioni di canto e di basso elettrico, non ho mai pensato di diventare un cantante famoso, credo che fosse pericoloso anche solo sognarlo. Ero un bravo operaio e guadagnavo 25 mila lire al mese, poi la vita mi ha dato questa opportunità, che ho colto grazie alla pazienza, allo studio e alla professionalità che allora non sapevo nemmeno cosa fosse.
E grazie ad una voce unica, come abbiamo appena ascoltato nella dolcissima «Le tenerezza».
Questo brano l’avevo scritto e messo in un cassetto prima della reunion dei Pooh, parte da una telefonata fatta a mio figlio quando ero in Kazakistan, quando Marco Rossi decise di mettere insieme le cose che avevo scritto gli feci sentire «La tenerezza» e ne fu emozionato, credo sia in grado di coinvolgere chiunque abbia un figlio. Chiamarlo e non sentirti rispondere, farlo ancora senza risposta, beh ti fa scoppiare il cuore, e questa canzoni racconta tutte queste emozioni. Al giorno d’oggi anche i giovani hanno sofferto molto, ma credo che abbiano una forza interiore di farcela, hanno voglia di vivere, sono pieni di energia.

La pandemia ha pesato parecchio anche sul mondo della musica.
Noi artisti ci siamo trovati da soli, persi, senza nessuna speranza e con pochi aiuti, ma non ci sono solo cantanti e musicisti, ci sono tecnici, ingegneri, gente che vie alla giornata e ha passato due anni difficilissimi.

Perché il tema dell’amore è al centro delle sue canzoni?
Perché senza non potresti essere un uomo, l’amore è forte nella mia vita e nella nostra generazione, dicevamo fate l’amore e non la guerra, credo che abbiamo sempre avuto bisogno d’amore.

E qual è il segreto di «Storie di tutti i giorni», che rimane tra i brani più amati della musica italiana?
Filosofeggia intorno all’amore, dice «storie di noi brava gente che fa fatica, si innamora con niente, vita di sempre ma in mente ha grandi idee», ma poi dice anche che l’amore non è mai così bello e così grande come lo vorresti tu, insomma che te lo devi davvero meritare.

Luca Mazzara

Suggerimenti