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CINEMA

Quattro corti di Tornatore sul Covid voluti dal commissario Arcuri

Giuseppe Tornatore
Giuseppe Tornatore
Giuseppe Tornatore
Giuseppe Tornatore

Il plexiglas di una stanza degli abbracci dove una giovane donna, depressa, incontra in una casa di riposo un’anziana che la rassicura, sua madre, fluttua nell'aria come la visione di un film di Fellini ma è specchio della realtà nel cortometraggio realizzato dal regista Giuseppe Tornatore, primo di altri quattro piccoli film voluti dal commissario straordinario Domenico Arcuri e richiesti espressamente al cineasta siciliano, premio Oscar nel 1990 per Nuovo Cinema Paradiso. 
Il lavoro è stato pensato per fare appello al senso di responsabilità di tutti rispetto alla drammatica realtà che la pandemia costringe a vivere: Tornatore non ha utilizzato messaggi didascalici o informativi sul virus ma ha tradotto in immagini le emozioni delle persone.

 

«Devi volerti bene», dice la vecchia signora alla ragazza che quando la lascia, dopo essere uscita dai manicotti trasparenti di plastica che le hanno permesso di stringere la persona cara, va via a capo basso in preda a dubbi e tristezza ma poi si volta, saluta con la mano e incontra di nuovo il sorriso della donna che pur a distanza, al di là della barriera anticontagio, la protegge e non solo riguardo al Covid.

Michela Pezzani

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