<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Stasera e domani alla Dogana di fiume

Palco sull'Adige per il «Purgatorio» dantesco di Anderloni

.
Purgatorio di Dante sull'Adige
Purgatorio di Dante sull'Adige
Purgatorio di Dante sull'Adige
Purgatorio di Dante sull'Adige

Un palcoscenico sul fiume, con prosa, musica e danza contemporanea a fare da protagonisti. È questo che attende gli spettatori di «Purgatorio», seconda tappa di “Dante Settecento: Verona onora Dante” - progetto triennale di Alessandro Anderloni - in scena oggi e domani alla Dogana di Fiume, in tre repliche per giornata (ore 19.30, 21 e 22.30).

 

Una simbolica montagna che cresce dall’acqua fungerà da scenografia al Purgatorio dantesco, dove al posto delle anime penitenti troveremo i danzatori Sara Cavalieri e Paolo Ottoboni, interpreti delle coreografie di Silvia Bertoncelli, e il compositore Zeno Baldi, che in modalità live eseguirà la musica originale composta appositamente per l’evento. Ma anche l’artefice di tutto, un Dante-Anderloni pronto a “dire” tre canti dalla seconda cantica della Divina Commedia, tutti a memoria. Ovvero il Canto II, contenente il tenero incontro tra Dante e Casella; il Canto VI e la sua invettiva contro la “serva Italia”, e il Canto XXX, in cui il poeta, ormai nel Paradiso Terrestre, si imbatte nell’amata Beatrice.

 

«Nella salita della montagna di Purgatorio è facile riconoscersi, affaticati eppur smaniosi di raggiungere la cima. Nei personaggi che Dante pellegrino incontra riusciamo a identificarci, quanto a vederci su una di quelle cornici a scontare le nostre miserie terrene», evidenzia il regista Anderloni. L’idea drammaturgica trova impianto «in una scenografia a forma di spirale, da cui partono movimenti che insistono sul girare in tondo, con la musica che evoca continuamente questo (tra)salire. A fare il resto, ci pensano gli endecasillabi di Dante». Le note musicali si annidano tra le pieghe del testo dantesco, a favore di una lettura meno descrittiva e più sotterranea, sottocutanea. «Il lavoro sui suoni – spiega il compositore - è il tentativo di mettere a fuoco alcune qualità particolari dei passaggi scelti, tra le innumerevoli offerte da ogni canto, verso, parola, per farle emergere in sintonia con i moti coreografici». Lo spettacolo, su prenotazione obbligatoria all’indirizzo mail: lefalie@lefalie.it

Francesca Saglimbeni

Suggerimenti