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Oliva scende dal ring e combatte gli alieni

PERSONAGGI. L'ex pugile avviato ad una carriera di teatro e cinema
È protagonista del film «Il flauto» di Capponi nelle sale dal 17 ottobre, e Pulcinella sulla scena
Patrizio Oliva sul set del film Il flauto di Luciano Capponi
Patrizio Oliva sul set del film Il flauto di Luciano Capponi
Patrizio Oliva sul set del film Il flauto di Luciano Capponi
Patrizio Oliva sul set del film Il flauto di Luciano Capponi

Patrizio Oliva, ex campione del mondo dei superleggeri, non è un pugile suonato. Anzi. Oltre a cantare, si è già misurato con il mestiere dell'attore al cinema per ben due volte e ora approderà al teatro nel ruolo di Pulcinella in Due ore all'alba di Biagio Casalini e Luciano Capponi. Pugilato e maschera dell'attore non sono comunque per Oliva affatto lontani, come spiega egli stesso a Roma, a margine della presentazione del film Il flauto di Luciano Capponi in cui è protagonista e che sarà nelle sale il 17 ottobre. «Nell'interpretare questo ruolo di Pulcinella devo dire che sono stato facilitato», spiega l'ex campione del mondo, «perché sul ring ho sempre indossato una maschera: quando un pugile sale sul ring ha l'obbligo di farsi vedere sicuro di sè dal pubblico e dal suo avversario, ma non tutti sanno che l'atleta è invece pieno di angosce dentro, pieno di problemi, pieno di insicurezze. E tu sai che in un attimo puoi perdere tutto quello che hai costruito. Insomma si è pieni di angosce, perché il pubblico mette sulla bilancia il fatto che si possa rischiare la vita se non ci si è allenati bene». «Io sono un allenatore di pugilato, dicono anche molto bravo», racconta ancora, «e ho visto in Luciano Capponi lo stesso atteggiamento che ho con i miei ragazzi. Secondo me è un grande psicologo, uno che è riuscito a tirar fuori da me la mia verve comica. Nell'immaginario della gente, del pubblico, un pugile è considerato pazzo, uno scemo, un violento. Proprio per questi motivi ho sempre pensato che se avessi fatto una battuta sarei stato considerato uno scemo, uno che ha preso troppi cazzotti: e così mi sono sempre represso e ho censurato quella parte divertente che è dentro di me. Quando c'è una scena in cui bisogna commuoversi», continua Oliva, «ho visto attori che impiegano quaranta minuti per riuscire a farlo, io invece lo faccio subito perché mi risulta facile immedesimarmi». Ne Il flauto invece Patrizio Oliva interpreta Gennaro Esposito, un netturbino con il dono della semplicità che si ritrova in un luogo onirico in cui le anime, senza memoria, sono in attesa di nascere. Un luogo gestito da un'entità aliena che vuole così dominare la terra. Esposito con il suo modo di fare sovvertirà questo programma, contagiando il tutto con il suo virus della libertà.

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