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Netrebko, la guerra e il dibattito a Verona

In Arena Netrebko nel Trovatore
In Arena Netrebko nel Trovatore
In Arena Netrebko nel Trovatore
In Arena Netrebko nel Trovatore

Il caso Anna Netrebko suscita reazioni anche a Verona. Nonostante il suo schierarsi contro la guerra («Voglio che questa guerra finisca e che la gente possa vivere in pace», ha scritto sui social), dopo la rinuncia alla Scala e la decisione di annullare gli eventi nei teatri europei, per il soprano, schierata al fianco di Valery Gergiev che è stato allontanato oltre che dal teatro milanese, anche dalla Filarmonica di Monaco in quanto considerato vicino a Putin, arrivano le prime reazioni in merito alla sua presenza prevista in Arena per la stagione lirica 2022.

Traguardi e Sinistra in Comune sollecitano una riflessione. «Condannare con fermezza e senza esitazioni l'autocrate Putin e la sua folle aggressione a un paese libero è dovere di tutti coloro che pretendono di chiamarsi democratici. Ma è importante che lo sdegno verso il governo di Mosca non si trasformi in un'ondata di discriminazione russofoba», afferma Tommaso Ferrari.

«La rinuncia di Anna Netrebko ad esibirsi alla Scala e altrove è senza dubbio una sconfitta, perché l'arte e la cultura dovrebbero essere strumenti di pace. Se non è giusto chiedere ai cittadini russi di rinnegare il proprio paese o marginalizzarli per il loro passaporto, è però legittimo chiedere a tutti i personaggi che godono di visibilità, artisti in primis, di prendere le distanza da un governo autoritario e guerrafondaio. Doppiamente se, come nel caso del direttore Valery Gerviev, le simpatie per Putin sono note e mai negate. In piena Seconda Guerra mondiale, Arturo Toscanini, esule per le sue posizioni antifasciste, dimostrò come si potesse essere fieri nemici di Mussolini e orgogliosi difensori della cultura e del popolo italiano». «In altre città italiane sono state prese posizioni chiare», dice Bertucco. «Al di là dell’appartenenza al popolo russo o ucraino, serve rispetto per la vita e chi ha posizioni di rilievo, chi ha voce per parlare, deve farlo dichiarandosi contro la guerra». 

 

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Alessandra Galetto

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