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L'intervista

Lo chef Barbieri: «A Verona ho imparato a non arrendermi...»

L'intervista
Bruno Barbieri e Gilberto Neirotti
Bruno Barbieri e Gilberto Neirotti
Bruno Barbieri e Gilberto Neirotti
Bruno Barbieri e Gilberto Neirotti

 La voglia di guardare sempre più in là continuando a voltarsi indietro. Perchè il passato non può essere dimenticato. Quello emiliano di un Bruno Barbieri bambino alle prese con le tagliatelle della nonna, ma anche quello in Valpolicella dove lo chef italiano più stellato ha vissuto per ben 11 anni. Il suo nuovo libro «Domani sarà più buono» è l'occasione per incontrare il cuoco che a Verona ha vissuto una parte importante della sua carriera, regalando due stelle Michelin al ristorante Arquade nel relais Villa del Quar. Ricordando gli amici del territorio scaligero e i profumi dell'Amarone, pensando a un domani sempre migliore tenendo lontana l'idea della morte, perchè comunque «la vita è sempre troppo bella».

 

Chef, partiamo dal titolo del libro, il domani è sempre migliore di oggi?

Ogni giorno per me è sempre più buono di quello precedente. Il domani è pieno di aspettative e di emozioni, l'oggi è bello ma mi piace pensare che il giorno che deve arrivare possa esserlo di più.

Le sue ricette hanno il sapore di passato e la voglia di futuro...

Non posso rinunciare a nessuno dei due aspetti, non ci possiamo mai dimenticare da dove siamo partiti e nemmeno smettere di guardare avanti. In questo ultimo libro cerco di ridare la vita a dei piatti “morti”, magari del giorno prima che però prendono una veste nuova, come le tagliatelle della nonna.

Dove ha trovato il tempo tra gli impegni del ristorante e la tv?

Non uscivo con un libro da quattro anni, ogni tanto bisogna fermarsi e darsi delle priorità: un libro ti rimane per sempre, è come un diamante ed entra nell'anima.

In quell'anima le è rimasta un po' quell’esperienza veronese?

Come potrebbe essere altrimenti, a Verona sono rimasto per quasi 11 anni, porto sempre questa terra dentro di me. La Valpolicella e quegli scorci magnifici, il centro cittadino, i profumi delle vigne e di quell'Amarone che è qualcosa di meraviglioso.

Cosa ricorda degli anni all'Arquade di Villa del Quar?

Venire a lavorare in Valpolicella fu una grande scommessa, in tanti a quel tempo erano scettici: amici, colleghi, imprenditori e giornalisti, mi avevano dato sei mesi di vita, invece sono rimasto tutti gli anni con delle soddisfazioni incredibili. E pensare che quando sono arrivato dovevo scegliere tra Los Angeles e Verona...

Cos'è cambiato da quel Bruno Barbieri di 10 anni fa?

In realtà poco, sono sempre rimasto lo stesso. Professionalmente sono cresciuto ma come persona sono sempre io, la tv non mi ha cambiato: non dimentico da dove sono partito e come mi sono conquistato tutto quello che ho avuto.

A Verona ha ancora amici?

Diversi, soprattutto la famiglia Speri, che hanno vini stratosferici e soprattutto sono persone bellissime con cui ho imparato molto.

Cosa le resterà dentro?

Ho imparato molto, una lezione di vita fortissima: la gente di Verona mi ha insegnato a tenere la testa bassa e lavorare, e non mollare mai.

La città scaligera è piena di ottimi ristoranti e di turisti, mai pensato di tornare?

In questo momento sono pieno di cose da fare oltre al mio ristorante Fourghetti a Bologna, ma chissà, nella vita mai dire mai.

Come fa ad essere sempre così in forma?

Cerco di mantenermi bene, facendo sport e stando attento all’alimentazione, ma soprattutto non mi fermo mai. A 50 anni mi sono accorto che fuori dalla cucina ci sono tantissime altre cose belle, e non voglio perderne neanche una.

Quindi cosa si aspetta dal futuro?

Di tutto, anche se non so ancora bene cosa. So solo che ho paura di morire, quello sì, perchè amo pazzamente il mio lavoro, il mio paese, tutta la mia vita.

 

 

IL PARERE SU GILBERTO NEIROTTI

Bruno Barbieri è lo chef che in Italia ha conquistato più stelle Michelin nel corso della sua quarantennale carriera. Classe 1962, è cresciuto a Medicina in terra bolognese, dove risiede tuttora la sua famiglia. Inizia come cuoco sulle grandi navi da crociera e al rientro in Italia apre con Igles Corelli il Trigabolo ad Argenta, nel Ferrarese. Dopo questa indimenticabile esperienza, conquista una stella a Brisighella con il ristorante La Grotta, poi altre due stelle a Castelguelfo con la Locanda della Solarola e si ripete a Villa del Quar. Dal 2016 ha iniziato una nuova avventura con Fourghetti, bistrot che segna il suo ritorno a Bologna. Ormai da anni è protagonista del piccolo schermo, dove ha conquistato la popolarità grazie a Masterchef Italia (in onda su Sky Uno), in cui figura tra i giudici sin dalla prima edizione. Dal 2018 conduce 4 Hotel, programma dedicato al mondo dell’hotellerie, sempre su Sky Uno: con una prossima puntata dedicata a Verona, anche se su questo rimane il massimo riserbo.

Barbieri parla volentieri invece di Gilberto Neirotti, il giovane veronese arrivato alla finalissima nell’ultima edizione di Masterchef conclusa pochi giorni fa. «In tanti hanno visto Gilberto come un po’ spocchioso e pieno di sè, ma in realtà è un ragazzo che nasconde molte insicurezze», racconta Barbieri, «però sa cucinare davvero bene. Non è cattivo o così sopra le righe, anzi, ha grande voglia di fare. Non so dove potrò arrivare, ma di sicuro le premesse sono ottime».

Luca Mazzara

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