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ANNIVERSARIO.

«La stangata», quarant'anni fa il celebre film dal motivetto cult

Robert Redford e Paul Newman irresistibili campioni della truffa
Robert Redford e Paul Newman nel film La stangata del 1973
Robert Redford e Paul Newman nel film La stangata del 1973
Robert Redford e Paul Newman nel film La stangata del 1973
Robert Redford e Paul Newman nel film La stangata del 1973

Dei truffatori migliori si dice «ne sanno una più del diavolo» e i protagonisti de La stangata dovevano saperla davvero, visto che, quando la pellicola si scontrò con L'esorcista durante la notte degli Oscar, ne uscì a sorpresa trionfatrice con ben sette statuette (incluse miglior film, regia e sceneggiatura). E, a quarant'anni di distanza, La stangata, che debuttò nei cinema americani il 25 dicembre 1973, resta un intrattenimento natalizio di classe.
Tutto partì dalla volontà di Robert Redford di tornare a lavorare con George Roy Hill, che l'aveva diretto insieme a Paul Newman nello scanzonato western Butch Cassidy (1969). Per gli Studios stava girando un copione interessante, scritto dall'esordiente David S. Ward e ambientato nella Chicago degli anni Trenta, che raccontava l'ingegnosa truffa pianificata da due abili furfanti (il giovane Johnny Hooker e il veterano Henry Gondorff) per derubare un potente gangster. Redford inizialmente declinò il ruolo di Hooker, ma dopo i rifiuti di Jack Nicholson e Warren Beatty, ci ripensò e diede il proprio assenso, a patto che a dirigerla fosse Hill.
Il problema fu trovare l'attore adatto per Gondorff. Redford, all'epoca al culmine della fama, difficilmente avrebbe accettato di essere messo in ombra da un divo più celebre di lui e, al tempo stesso, avrebbe oscurato qualunque attore meno noto che gli avesse fatto da spalla, annullando così il gioco di coppia su cui si reggeva la trama. Il progetto entrò in una pericolosa fase di stallo, finché ai produttori non arrivò una provvidenziale telefonata: «Ma come? State facendo un film con Redford e non c'è una parte per me?» Dall'altra parte della cornetta c'era Paul Newman, al quale Hill aveva passato la sceneggiatura sperando in un suo repentino interesse. Detto, fatto: il personaggio di Gondorff venne adattato su misura per lui e la triade che aveva tramutato Butch Cassidy in un successo si ricompose.
Prima che la pellicola uscisse nelle sale, la stampa sospettosa storse il naso davanti a quella che considerava una mera e furbesca operazione commerciale, ma, una volta vista La stangata, The Sting nell'originale (che, naturalmente, realizzò incassi da capogiro), dovette ricredersi e non solo per via dell'irresistibile alchimia Newman-Redford (che all'epoca avevano Paul 52 anni portati splendidamente e Robert 36). Il film era ed è ancora il trionfo del concetto hollywoodiano di entertainment, ossia una commedia adatta a tutti, in cui divertimento, intelligenza ed eleganza fanno rima, soddisfacendo critica e pubblico.
E ad essere rimasto nell'immaginario collettivo è stato il celebre motivetto della colonna sonora, The Entertainer, un brano ragtime pubblicato da Scott Joplin nel 1902 e adattato per il film da Marvin Hamlisch.
Robert Redford ottenne per questo film l'unica candidatura all'Oscar della sua lunghissima carriera. Ne vinse uno come regista, nel 1981, per Gente Comune, e nel 2002 gli venne assegnato un premio alla carriera, ma come attore quella è stata la sua unica chance, anche se quest'anno è dato fra i favoriti per la sua interpretazione nel film Tutto è perduto che vedremo in Italia a febbraio.

Angela Bosetto

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