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Da domani alla Santa Marta

La poesia si fa voce tra «slam» e Pusterla a «Veronetta Contemporanea Estate»

Gli esterni del Polo Santa Marta in una fotografia di Mauro Fiorese
Gli esterni del Polo Santa Marta in una fotografia di Mauro Fiorese
Gli esterni del Polo Santa Marta in una fotografia di Mauro Fiorese
Gli esterni del Polo Santa Marta in una fotografia di Mauro Fiorese

A partire da domani sera al fitto calendario di appuntamenti di Veronetta Contemporanea Estate, la rassegna organizzata dall’università che si sta svolgendo al Polo Santa Marta, si aggiunge la poesia: tre appuntamenti, per la precisione, che intendono restituire la poesia alla sua originaria vocazione orale, poesia che si fa voce e corpo, performance che esce dalla dimensione del libro per restituire alle parole dei poeti il timbro e l’intonazione della loro voce. Un modo, nelle intenzioni di chi ha organizzato la rassegna, di portare la poesia a contatto del pubblico come voce viva e presente della nostra contemporaneità.

Si comincia domani sera, lunedì 27 giugno, alle 21 nello spazio aperto antistante la Santa Marta, con una modalità del tutto particolare e nuova di “spettacolo poetico”, il Poetry Slam: una competizione in cui i poeti recitano i loro versi, gareggiano fra loro e vengono valutati da una giuria composta da cinque elementi estratti a sorte tra il pubblico. In gara ci saranno Francesca Lemmi, Giampaolo Marcolin e Lucia Raffaella Mariani, che si sfideranno con tre poesie a testa. A seguire, lo spettacolo “stand up poetry” di e con Lorenzo Maragoni, campione mondiale in carica di poetry slam, che alternerà testi in equilibrio tra un registro colloquiale proprio della stand up comedy, momenti più lirici propri della poesia orale e flussi verbali vicini al rap.

Seguiranno, nelle serate successive, i reading poetici di due tra i maggiori poeti contemporanei. Il primo (mercoledì 29 giugno) sarà affidato a Fabio Pusterla. Rivelatosi nel 1985 con l’apprezzata raccolta “Concessione all’inverno”, il poeta originario di Mendrisio ha pubblicato da pochi mesi l’antologia “Da qualche parte nello spazio”, accompagnata da un saggio di Massimo Natale, docente di letteratura italiana nell’ateneo scaligero. La sua poesia è segnata, sin dal suo inizio, da un fortissimo senso del paesaggio, attraversato da una inquieta sensazione di precarietà e dal difficile rapporto uomo-natura. In questo senso la poesia di Pusterla è un’alleata preziosa per riflettere sulla necessaria difesa – oggi più che mai – dell’orizzonte naturale, sulla presenza misteriosa degli animali, sulla difficoltà della coesistenza fra vite singolari e comunità. Oltre a leggere le proprie poesie, Fabio Pusterla dialogherà con Federica Barboni, dottoranda in Letteratura italiana.

Chiuderà, la sera di venerdì 1 luglio, Milo De Angelis, poeta milanese il cui esordio “Somiglianze” ha segnato nel 1976 uno spartiacque nella poesia contemporanea. De Angelis è da sempre il custode di un’idea di scrittura come dono naturale e obbedienza a una chiamata inevitabile: di una poesia coltivata come un destino. Ossessionato dalle periferie urbane della città come dal mito classico, De Angelis difende un’idea di contemporaneo come compresenza di passato e futuro, un luogo mentale dove l’«istante attuale» si mescola all’eternità dei «millenni», nel grande «alfabeto del momento» che è la poesia. Non è un caso che Angelis abbia da poco pubblicato la traduzione di una delle più grandi testimonianze poetiche dell’antichità classica, il “De rerum natura” di Lucrezio.

Luca Mazzara

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