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«La passione cresce con la conoscenza»

Antonio Lempis durante la sua performance al teatro Ristori
Antonio Lempis durante la sua performance al teatro Ristori
Antonio Lempis durante la sua performance al teatro Ristori
Antonio Lempis durante la sua performance al teatro Ristori

Per Attraversa-menti, la rassegna di incontri al teatro Ristori che risponde al desiderio del pubblico di capire anche i repertori meno conosciuti dell’arte dei suoni, (quelli di cui dovremmo occuparci di più anche nei Conservatori), giovedì sera c’è stata una straordinaria lezione d’amore. Amore di quello vero, che non ti lascia, né ti delude. Il protagonista è stato Antonio Lampis, da settembre 2017 direttore generale dei 452 musei statali. Un settore che sta registrando un aumento del 25% dei visitatori in tre anni, grazie ad una maggiore autonomia dei direttori e ai modi nuovi in cui questi riescono a comunicare i loro beni artistici. Musei, racconta Lampis, dove non si ammassa il sapere per il sapere, ma per conservare, tramandare e accrescere un patrimonio cognitivo ed emozionale. Semplicemente perché serve per avere uomini e donne più felici. Per far loro provare emozioni positive, passioni che rimangano nel tempo ed elevino la persona dalla sua condizione materiale. «La passione cresce solo con la conoscenza», ha detto, ma non parlava di musei da visitare, parlava della creazione umana più effimera che ci sia. Lampis per passione è un deejay e ce l’ha dimostrato facendoci sentire qualche brano, spiegando in cosa consista. Che bello sentire parlare di quest’attenzione ai suoni. Noi musicisti sappiamo che la musica è l’espressione più diretta delle emozioni d’una società, ma quanto spesso la storia ci viene presentata come un film muto? E poi finalmente una visione che alza gli occhi dalla cultura per entrare nel mondo. In quello affascinante della musica elettronica. Dal primo Onde Martenot utilizzato da Olivier Messiaen, un suono di miele più bello che mille violini, ci rendiamo conto di quali possibilità musicali meravigliose hanno i deejay che “suonano” i dischi? Il pubblico delle discoteche spesso è informato su chi sia il dj della serata, tanto che c’è un’ascesa dei performers. Questo per evidenziare come anche nelle occasioni d’intrattenimento stia cambiando l’attenzione verso la musica. La musica è pensiero organizzato, è collante sociale, è stimolatore psicofisico. Se ti lasci coinvolgere sviluppa endorfine, produce uno stato di dissociazione benefico, per cui il corpo attivo può permettersi di lasciar riposare il cervello. Il deejay, erede della retorica musicale barocca, modifica lo stato d’animo del suo pubblico, conducendolo in un percorso emotivo. Da deejay Lampis lavora separando in diverse tracce il suono del vinile, isolandone alcune, aumentandole, aggiungendo altri suoni. Copre la frase musicale come i simbolisti, usa il ritmo fino a condurre alla trance. Un tipo di emozione sensoriale che non può essere sperimentato diversamente. •

E.B.P.

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