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Replica stasera e domani

Isabella Caserta intensa Molly Bloom, tra Joyce e Virginia Woolf

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Isabella Caserta in «Molly Bloom» (foto Pezzani)
Isabella Caserta in «Molly Bloom» (foto Pezzani)
Isabella Caserta è «Molly Bloom» (video Pezzani)

Quando si parla di flusso di coscienza la mente corre alla letteratura inglese e nello specifico a Virginia Woolf e James Joyce madre e padre di questo stile che mette nero su bianco i pensieri incontaminati così come sgorgano dalla sorgente e vengono creativamente concepiti mescolando ricordi, pensieri, emozioni, immagini: ed è di quest'ultimo, l'autore di «Ulisse», il monologo che ha debuttato allo Spazio Archivio del Teatro Scientifico/Teatro Laboratorio (via Tommaso da Vico 9, Verona). Si tratta di «Molly Bloom» (repliche stasera 23 marzo, e domani 24 marzo, alle ore 21), interprete l'attrice Isabella Caserta, con la regia di Pierpaolo Sepe. Scene e costumi del Laboratorio Teatrale, coordinamento Jana Balkan, assistente alla regia Fabricio Gambatese, tecnico Federico Caroli, grafica Cinzia Gamberoni, attrezzista Mariana Berdeaga: una produzione originale Teatro Scientifico – Teatro Laboratorio, primo tassello del nuovo progetto del Teatro Scientifico “Yes to life”.

Fin dai primi istanti della messa in scena, intima nella sua proposta a 40 persone a recita, lo spettatore è avviluppato per musiche, luci, arredi e atmosfera primi del Novecento in cui è ambientato il testo, ultimo capitolo dell'«Ulisse». L'immedesimazione della Caserta è totale e veritiera nella Molly - Penelope che tesse, disfa e ritesse la tela della sua odissea un tempo felice e ora priva di quel l'abbraccio che vorrebbe tanto. A esprimere il suo stato interiore e carnale è proprio la marea dei suoi pensieri, in movimento come le onde e il flash back risulta palpabile al pubblico, tra l'altro quasi dentro anch'esso alla bedroom in cui si svolge il racconto. Vivido è lo spazio di tempo in cui la donna protagonista vive tra sogno e realtà, in una notte insonne a causa della marea di flutti che occupano la sua rimembranza e rappresentano il risultato sia di tanta tempesta che di gioie.

«Molly è donna dalle molteplici sfaccettature, che vive senza sensi di colpa la sua femminilità. Ha la grande capacità di dire sì alla vita nonostante tutto e mi sono calata in lei per rivivere le esperienze che hanno costellato la sua vita, i momenti e gli uomini che ha incontrato tra cui suo marito Leopold Bloom, con il quale è sposata da sedici anni, ma che l’ha tradita e continua ad andare con altre donne», ha spiegato la Caserta che abbiamo incontrato subito dopo la prima. Tutto tranne che statico il monologo è di una dinamicità coinvolgente, contagiosa, come un viaggio in una camera sia microcosmo che macrocosmo nella quale Molly - Caserta parla, pensa, si lava, si pettina, indossa e cala la maschera, fugge, ritorna, tradisce ed è fedele al sogno, si veste si sveste, si infila sotto le coperte, ne esce, va alla scrivania, accende l' abat-jour e accompagna a dormire il marito a forma di fantoccio, ubriaco e così lontano dalla sua richiesta di antiche tenerezze. Imperdibile, denso di una commistione verbale è ludica naturale, lo spettacolo è anche "una stanza tutta per sè" come quella che Virginia Woolf raccomanda a alle donne in cui scrivere ed essere se stesse e che diventa la stanza di tutti noi.

Michela Pezzani

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