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Oggi su Telearena

Il Veneto come mondo interiore, l'omaggio di Fondazione Arena

Günther Sanin, primo violino e spalla dell’orchestra della Fondazione Arena
Günther Sanin, primo violino e spalla dell’orchestra della Fondazione Arena
Günther Sanin, primo violino e spalla dell’orchestra della Fondazione Arena
Günther Sanin, primo violino e spalla dell’orchestra della Fondazione Arena

Il linguaggio limpido e coinvolgente del concerto di Fondazione Arena, trasmesso oggi 13 dicembre da TeleArena (alle 16.15), parla di Veneto come mondo interiore, valore condiviso anche da chi non proviene da questi luoghi fisici.

 

Ne sono interpreti, il bolzanino Günther Sanin, primo violino e spalla dell’orchestra della Fondazione Arena nel ruolo di solista e direttore della nutrita compagine degli archi di questa orchestra e la violinista Sofia Gelsomini, nata a Rovigo nel 1995. Il Concerto in re minore per due violini, violoncello, archi e continuo, op. 3 n. 11 RV 565 di Vivaldi, che apre il programma, è capace di parlarci dei paesaggi di Venezia e della sua Terraferma più di qualsiasi veduta di Bellotto e Canaletto.

 

Chi vuole può fare attenzione alla sensazione fisica di letargo che si avverte da subito, causata dalla staticità dell’armonia nelle frasi iniziali che si scambiano i due violini, che continua poi con il violoncello. Una situazione musicale che fa balenare l’immagine dell’immensa distesa dei campi della Bassa con la galinverna. Un inizio bello come un raggio di luce radente in una giornata nebbiosa.

 

Appena risvegliati dal torpore di questi scorci fuori dal mondo, (o “in mezzo al mondo”, come viene chiamata San Giovanni, la Pieve di Bovolone nei pressi di Concamarise), la celeberrima pagina vivaldiana si anima con l’operosità caratteristica di chi pensa ai raccolti, raffigurata dalla pulsazione ritmica regolare del linguaggio tipico del periodo a cui appartennero sia Vivaldi che Bach, nati nel medesimo anno, nel 1685. Entrambi furono dimenticati nell’ultima parte del Settecento, ma la riscoperta di Bach, avvenuta dopo il 1829, ebbe come conseguenza la curiosità di voler conoscere l’ignoto compositore, Antonio Vivaldi, del cui concerto Bach aveva realizzato una sua versione per organo, il BWV 596.

 

Nel programma di questa domenica di Santa Lucia anche il Concerto in re minore per due violini, archi e basso continuo BWV 1043 di Bach, che proprio Verona fu una delle prime realtà italiane a riscoprire, con l’attività della sua gloriosa “Scuola d’istrumenti ad arco”, istituita nel 1878, grazie a un lascito di Francesco Orti. Particolarmente il Largo centrale è da godere come segno del magistero del violino e del grado di civiltà che la città scaligera espresse, quando ne riconobbe il valore, eseguendolo per la prima volta in una esecuzione pubblica della scuola d’archi il 21 aprile del 1909. 

Elena Biggi Parodi

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