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In scena per un video il Teatro Stabile

Il Teatro Ristori come la Scala del 1936 per i 300 anni della nascita di Carlo Gozzi

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Una illustrazione di Cecilia Viganò per «L'amore delle tre melarance»
Una illustrazione di Cecilia Viganò per «L'amore delle tre melarance»
Una illustrazione di Cecilia Viganò per «L'amore delle tre melarance»
Una illustrazione di Cecilia Viganò per «L'amore delle tre melarance»

Venerdì 4 dicembre al Teatro Ristori viene registrato il video «L’amore delle tre melarance», azione coreografica in nove quadri di Renato Simoni (su musica di Giulio Cesare Sonzogno) tratta dalla fiaba omonima di Carlo Gozzi. Al piano Andrea Dindo, alla lavagna luminosa per creare effetti visivi la performer illustratrice Cecilia Viganò, di Paolo Valerio la voce recitante e la regia.

L’evento è organizzato dal Teatro Stabile di Verona e dal Teatro Ristori. L’azione coreografica del veronese Renato Simoni (di cui ricorrerà nel 2022 il settantesimo della morte) andò in scena alla Scala il 1° febbraio 1936. Accanto alla protagonista Nives Poli, danzavano, nei ruoli principali, Gennaro Corbo (principe), Regina Colombo (altra fanciulla della melarancia) e Carletto Thieben (la strega). «Questa messinscena – scrive Alfio Agostini – segnò un’isolata riapparizione alla Scala, dopo vent’anni, del vero grande riformatore del balletto moderno, Michel Fokine. Pur adeguandosi in parte a forme sceniche il meno possibile provocatorie nei confronti dell’ormai sclerotica tradizione ballettistica scaligera e italiana, Fokine offrì con questa sua tarda creazione uno dei pochi momenti artisticamente rivelanti del ballo alla Scala di quegli anni, cercando un punto d’incontro tra quella tradizione e l’era di Diaghilev».

La messinscena al Ristori ricalca, nella musica e nel testo che sarà proposto nella sua interezza, l’allestimento scaligero del 1936. Non ci sono danzatori. L’azione narrata da Paolo Valerio sarà “interpretata” da Cecilia Viganò con le sue “creazioni visive” in diretta.

La fiaba teatrale «L’amore delle tre melarance» di Carlo Gozzi (1720-1806), ispirata a una fiaba contenuta nel «Cunto de li cunti» del Basile, fu rappresentata per la prima volta al teatro San Samuele di Venezia il 25 gennaio 1761. Sempre tratta dalla fiaba di Gozzi, nel 1921, il 30 dicembre, andò in scena a Chicago (nella traduzione francese di Vera Janacopoulos) la celeberrima opera di Sergej Prokofiev «L’amore delle tre melarance». Alla luce del grande successo, nel 1924 Prokofiev trasse dall’opera la suite orchestrale n. 33. «In origine – dice Paolo Valerio – si pensava di utilizzare la musica di Prokofiev che avrebbe richiesto l’impiego, per quanto contenuto, di un ensemble orchestrale. Le problematiche portate dal Covid, limitare le presenze ed evitare gli assembramenti, ha fatto optare, grazie anche ai consigli di Adela Gjata (studiosa di Renato Simoni), per la musica di Sonzogno».

L’allestimento al Ristori è nell’ambito del terzo centenario della nascita di Gozzi, ricorrenza che rientra nei Grandi Eventi promossi dalla Regione del Veneto e che ha visto anche lo svolgimento, in questi giorni, di un convegno telematico curato da Maria Ida Biggi, Nicola Pasqualicchio e Piermario Vescovo per le università di Verona e di Venezia.

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