Il Faust secondo Poda "un'esperienza gloriosa"
Il direttore del Colon Telerman: "onoriamo l'arte italiana"
(di Ludovico Mori)
(ANSA) - BUENOS AIRES, 17 MAR - Se la "Resurrection" di Romeo
Castellucci su musiche di Gustav Mahler che ha aperto la
stagione di 'Divina Italia' al Teatro Colon di Buenos Aires, il
7 marzo, è stata una rappresentazione "imponente", la prima del
Faust di Charles Gounod con la messa in scena di Stefano Poda,
si è rivelata un'esperienza "gloriosa". In un'intervista
all'ANSA, Jorge Telerman, direttore del Colon e già sindaco
della capitale argentina, ripercorre la genesi del cartellone
che in questi giorni propone il Faust prodotto da Regio di
Torino, Opera di Israele e Opera di Losanna.
Senza la presenza concreta e concettuale dell'Ambasciata
d'Italia e dell'Istituto italiano di cultura "non sarebbe stato
possibile mettere in piedi questo ambizioso ciclo, che nel 2023
attraversa tutta la stagione sinfonica e operistica del Colon,
spiega Telerman. "E' la prima volta che facciamo una
cooperazione di questa portata e con tantissime opere",
evidenzia.
"Queste opere ci permettono di aprire una finestra enorme
sulla meravigliosa capacità creativa e artistica italiana, dalla
Resurrezione di Castellucci al Faust di Poda, fino al Caravaggio
di Mauro Bigonzetti", commenta Telerman, sottolineando come "il
genio di Poda" abbia ideato una 'mise en scene' brillante".
Le due opere inaugurali, secondo il direttore, riflettono la
tematica dell'eterna lotta tra il bene e il male: uno degli assi
concettuali che attraversa tutta la stagione. "Crediamo -
afferma - che l'arte ci renda migliori. Crediamo in un'idea di
arte che si metta in relazione con una società capace di
immaginarsi migliore".
Ma l'idea di inaugurare con l'Italia una serie di
cooperazioni che in futuro vedranno il Colon invitare a
collaborare anche istituzioni di altri Paesi non si deve solo
agli storici legami che uniscono il teatro all'Italia. "I primi
maestri che vennero al Colon erano italiani o si erano formati
con i grandi compositori italiani, come Hector Panizzi, allievo
di Puccini. Qui hanno cantato Enrico Caruso e Beniamino Gigli,
ha diretto Arturo Toscanini, ma per noi l'Italia non è solo un
riferimento al passato. Dall'Italia provengono alcune delle
visioni più moderne e potenti su questa tradizione". (ANSA).