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La terza serata del Festival

I Negramaro ricordano Dalla e Fiorello «consola» Zingaretti

La perfomance della band Maneskin con Manuel Agnelli
La perfomance della band Maneskin con Manuel Agnelli
La perfomance della band Maneskin con Manuel Agnelli
La perfomance della band Maneskin con Manuel Agnelli

Sanremo, Lucio Dalla, i Negramaro. un filo invisibile a legarli. Il 4 marzo, serata delle cover al festival, l’Ariston non poteva dimenticare l’omaggio al folletto bolognese, nato proprio oggi nel 1943 e data che dà il titolo al capolavoro «4 marzo 1943», presentata a Sanremo esattamente cinquant’anni. Lo fa affidandosi al gruppo capitanato da Giuliano Sangiorgi, legato a sua volta a questo giorno. «La richiesta ci è arrivata da Amadeus, ma il 4 marzo 1943; una data da ricordare anche per noi: sedici anni fa usciva l’album «Mentre tutto scorre» che è stato l’inizio di una grande storia. La nostra» racconta Sangiorgi, «il 4 marzo è stata anche la data in cui ho ripreso a cantare dal vivo dopo la morte di mio padre, proprio per un concerto omaggio a Dalla. Lucio mi ha insegnato che la vita va vissuta e non sopravvissuta». I Negramaro già in passato si sono confrontati con grandi classici, donandogli nuova vita come nel caso di Meraviglioso di Domenico Modugno. «Qualcuno tra i più giovani pensa che quella sia una nostra canzone e all’inizio un pò mi arrabbiavo anche» dice ancora Giuliano, «un po’ colpa nostra se al festival è stata inaugurata la serata cover, per contribuire al recupero dei grandi classici. Una sorta di decreto Negramaro, per coniugare all’infinito e per sempre le emozioni», scherza Sangiorgi. «La prima volta fu nel 2005. In gara. Categoria emergenti. Sentivamo solo che era il momento per capire a cosa potevamo aspirare». E di strada in sedici anni ne hanno fatta parecchia. All’Ariston ci tornano da super ospiti per la seconda volta. «In gara? Beh poi vediamo». Però, a tornar giovani, un pensiero a Sanremo lo farebbero. «È tutto cambiato oggi, rispetto a quando avevamo 20 anni noi. Quello che non è cambiato è la canzone che non deve esaurirsi nello streaming, ma attraversare i tempi, i supporti e le anime di chi ascolta. Per questo certi classici risplendono come fari luminosi ancora oggi». Anche la riscoperta del cantautorato segna un momento di passaggio della musica italiana. «Dopo il periodo dei talent dove esisteva solo l’interprete, gli artisti hanno voglia di essere autori perchè hanno voglia di comunicare quello che hanno dentro. Basta hype (esagerazioni) senza arrosto». Madame, Ermal Meta e Fasma («che non conosco personalmente ma che sta facendo un bel percorso») sono i preferiti di Sangiorgi. «Ma anche Orietta Berti canta benissimo. Basta divisioni tra vecchi e giovani, la rivoluzione è arrivata, la musica non ha età». Durante la serata di ieri, non sono mancati anche poi agganci con l’attualità come le battute di Fiorello sulle dimissioni del segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Ha colpito anche la perfomance dell’attrice Antonella Ferrari, malata di sclerosi multipla. «Io non sono la sclerosi multipla, sono Antonella Ferrari» ha detto con forza sul palco dell’Ariston l’attrice, testimonial dell’Aism, che racconta il suo calvario tra mille analisi e cartelle cliniche fino alla diagnosi che è un momento di liberazione: «Da oggi», dice «potrò ricominciare a camminare in mezzo alla gente senza timore, da oggi potrò smettere di avere paura della paura , sarò io, in cammino, luminosa anche quando sarà buio». Ha infine, fatto la sua apparizione l’attaccante del Milan Slatan Ibrahimovicćche ha raccontato di essere arrivato a Sanremo in sella alla moto. Poi è stata la volta della doppia intervista con il mister del Bologna Sinisa Mihajlovic. •

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