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Record di ascolti per «Il trono di Spade»

Game of Thrones, scritta la parola fine. Ma ora arrivano i prequel

Record di ascolti per «Il trono di Spade»
Una scena di Game oh Thrones
Una scena di Game oh Thrones
Trono di spade

Record assoluto per l’episodio finale de «Il Trono di Spade» su Sky: l’ultimo episodio della serie cult HBO, trasmesso in versione originale sottotitolata in contemporanea con gli Stati Uniti alle 3 nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 maggio su Sky Atlantic, riproposto in serata sullo stesso canale e disponibile on demand, è stato visto nel complesso da oltre 1 milione 71 mila spettatori medi, in crescita del +23% rispetto al finale della settima stagione (che era stato visto in v.O. Da 871 mila).

Questo dato conferma «Il Trono di Spade» come la serie di acquisizione più vista di sempre su Sky, al terzo posto assoluto dopo le serie originali Sky «Gomorra - La serie» e «The Young Pope». La stagione finale, nella sua versione originale sottotitolata, chiude quindi con una media di 902 mila spettatori nel primo giorno di messa in onda, in crescita del +53% rispetto alla media della 7^ stagione (590 mila). S

Ieri, il solo passaggio alle 3 di notte (dato Auditel, Live+Vosdal) è stato seguito da 569 mila spettatori medi con una share del 30%. Di questi, ben 115 mila spettatori medi (dato Auditel, Live) lo hanno seguito «in diretta» portando Sky Atlantic ad essere a quell’ora il 1° canale nazionale sul totale individui con l’8% di share live, il 1° canale nazionale tra il pubblico 15-54 anni (12,1% di share live) e il canale più visto della piattaforma. Complessivamente, sono circa 2 milioni 100 mila gli spettatori medi (in crescita del +30% rispetto alla scorsa stagione) che hanno seguito l’intera stagione finale in versione originale e doppiata nei sette giorni. Di questi, la maggior parte (circa il 70%) ha scelto di vederlo in versione originale, una quota superiore rispetto a quella registrata nella precedente stagione (60%).

Successo in Italia anche sui social con 170.200 interazioni complessive nell’intera giornata dell’episodio finale e un totale superiore a 1 milione 200 mila interazioni per l’intera stagione finale (dal 14 aprile al 20 maggio, fonte Nielsen Social).

 

 

I COMMENTI  E LE CRITICHE (no spoiler!)

Tra i pareri, quelli di membri del cast: «Ho sempre saputo che il finale non avrebbe soddisfatto tutti. Le storie sono troppo vaste, i personaggi troppo complessi, e se piaci a tutti sei troppo tiepido. Per me quello è sembrato l’unico modo in cui poteva finire», ha detto, in un ’post mortem’ con il «New Yorker» Daenerys (Emilia Clarke, la star britannica che durante le riprese è quasi morta per due aneurismi al cervello).

 Alla vigilia del finale un milione di fan delusi avevano chiesto a HBO un remake dell’intera ultima stagione, affidata non più alla coppia D.B. Weiss and David Benioff, una ipotesi definita «assurda» da Isaac Hempstead-Wright(Brandon Stark nella serie), che l’ha presa «personalmente».

 

I PREQUEL

E se «Usa Today» ha sparato a zero per un epilogo «saccarinoso e pieno di clichè», gli orfani del «Trono» sperano nei prequel e negli spin off. George R.R. Martin, l’autore del ciclo «Cronache del ghiaccio e del fuoco» da cui è nata la serie, ne ha proposto almeno cinque: «Tre stanno andando avanti in modo soddisfacente», ha detto sul suo «Not a Blog» spiegando che le riprese del primo potrebbero cominciare entro l’anno.

Per HBO «Il Trono di Spade» è stata una gallina dalle uova d’oro, e la rete ha annunciato per l’estate il primo ciak del prequel con Naomi Watts e Josh Whitehouse che si svolgerà «migliaia di anni prima» il viaggio fatale di Ned Stark a Approdo del Re e che racconterà «la discesa del mondo dall’età dell’oro degli eroi alla sua ora più buia». Per ora è stato dato il via solo a una puntata pilota e comunque per certo non se ne occuperà la coppia Weiss-Benioff, proiettati ormai nell’universo di Star Wars. L’episodio di ieri è andato in onda in Italia su Sky Atlantic e Now Tv con una replica stasera per chi non ha fatto nottata.

 

HA SEGNATO UN'ERA

Per gli Usa è stato un momento di esperienza televisiva collettiva simile al Super Bowl, con un day after di commenti non solo sul finale, ma anche sul significato della fine del genere della serie a puntate nell’era delle abbuffate televisive promosse da Netflix. Nel 1997, quando il colosso dello streaming nacque come servizio di DVD per posta, Friends e Seinfeld dominavano i palinsesti del giovedì sera. Da allora le abitudini televisive sono radicalmente cambiate. «Se Il Trono di Spade fosse uscito oggi sarebbe stato in grado di galvanizzare il pubblico nello stesso modo?», si è chiesto il critico del Los Angeles Times Lorraine Ali.

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