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«Fuocoammare» è nella cinquina degli Oscar

Una scena del musical «La La Land»Un fermo immagine di «Fuocoammare» di Gianfranco Rosi«Moonlight» di Barry Jenkins
Una scena del musical «La La Land»Un fermo immagine di «Fuocoammare» di Gianfranco Rosi«Moonlight» di Barry Jenkins
Una scena del musical «La La Land»Un fermo immagine di «Fuocoammare» di Gianfranco Rosi«Moonlight» di Barry Jenkins
Una scena del musical «La La Land»Un fermo immagine di «Fuocoammare» di Gianfranco Rosi«Moonlight» di Barry Jenkins

LOS ANGELES

Quattordici nomination. «La La Land», il musical di Damien Chazelle che racconta la fatica di sfondare a Hollywood, ha ottenuto un numero da record di candidature. Altrettanto bene erano riusciti a fare solo «Eva contro Eva» nel 1950 e «Titanic» nel 1997, entrambi risultati poi vincitori. «La La Land»è dunque il grande favorito di questa stagione degli Oscar, ma ha nove rivali nella categoria più prestigiosa: «Arrival» di Denis Villeneuve Barriere, diretto e interpretato da Denzel Washington che è fra gli attori protagonisti candidati; «La battaglia di Hacksaw Ridge» di Mel Gibson; «Hell or High Water», «David Mackenzie», «Il diritto di contare» di Theodore Melfi, «Manchester by the Sea» di Kenneth Lonergan, «Lion» di Garth Davis e «Moonlight» di Barry Jenkins. Nove film su un massimo di dieci nella categoria più importante sono segno di un buon anno per la produzione cinematografica anglofona. Delle 14 nomination di «La La Land» molte sono di peso: migliore attore protagonista sia fra gli uomini che fra le donne, Ryan Gosling e Emma Stone, migliore regista Damien Chazelle e miglior sceneggiatura, categoria che vede concorrere tutti i film candidati alla statuetta più importante nelle due sezioni che separano gli adattamenti dalle sceneggiature originali. Rimane fuori solo La battaglia di «Hacksaw Ridge» di Mel Gibson, che lascia il posto nelle sceneggiature originali allo stranissimo «The Lobster».

Gli altri attori candidati sono Casey Affleck (Manchester by the Sea), Andrew Garfield per la battaglia di Hacksaw Ridge; Viggo Mortensen per Capitan Fantastic e Denzel Washington per Barriere fra gli uomini; la francese Isabelle Huppert per Elle, Ruth Negga per Loving, Natalie Portman per Jackie, e la solita Meryl Streep per la sua interpretazione in Florence Foster Jenkins fra le attrici protagoniste. Nelle categorie “non protagonisti“ concorreranno Mahershala Ali per Moonlight, Jeff Bridges per Hell or hight Water, Lucas Hedges per Manchester by the sea, Dev Patel per Lion e Michael Shannon per Nocturnal Animals fra gli uomini e, fra le donne, Michelle Williams (Manchester by the Sea) Viola Davis per Barriere, Nicole Kidman per Lion, Naomie Harris per Moonlight e Octavia Spencer per Il diritto di contare.

L’Oscar alla regia vede candidati, oltre al 32enne Damien Chazelle per «La La Land», Denis Villeneuve per «Arrival», Mel Gibson per La battaglia di «Hacksaw Ridge» (l’Academy pare averlo finalmente perdonato dopo gli anni di castigo in seguito all’arresto per guida in stato di ebbrezza e ai commenti razzisti rivolti alla poliziotta che lo aveva fermato), Kenneth Lonergan per «Manchester by the Sea» e Barry Jenkins per «Moonlight», quest’ultimo - un dramma che racconta la difficile vita di un giovane afro-americano in un quartiere popolare di Miami - ha toccato il cuore dei membri dell’Academy scongiurando dunque le polemiche che lo scorso anno avevano portato la comunità afro-americana alla contestazione per l’esclusione di artisti di colore nelle categorie più importanti. Quest’anno non è così, dei venti attori candidati sette sono di colore e la regista Ava DuVernay porta il tema dell’ineguaglianza razziale nell’America contemporanea al centro dell’attenzione nel documentario «13th». Ma in questa categoria l’Italia spera nella vittoria di Giancarlo Rosi, per il suo documentario «Fuocoammare», toccante racconto degli sbarchi degli immigrati sull’isola di Lampedusa. Escluso già quando fu resa nota la shortlist, dalla categoria miglior film straniero, ha conquistato un posto fra i documentari ed è la seconda volta per un documentario italiano agli Oscar: era accaduto nel ’62 con «La Grande Olimpiade» di Romolo Martellini. Fra i film stranieri invece concorreranno il danese «Land of Mine», lo svedese «A Man Called Ove», l’iraniano «Il Cliente», l’australiano «Tanna» e il tedesco «Toni Erdmann». Fra gli italiani candidati troviamo anche Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregoriani candidati per il make up del blockbuster tratto dai fumetti Marvel Suicide Squad, e l’italo-canadese Alan Barillaro, autore del corto d’animazione Piper.

«Alla notizia della candidatura ho avuto un brivido, questo è stato un anno meraviglioso. Aver portato Lampedusa ad Hollywood è una cosa bellissima». Così Gianfranco Rosi ha commentato da Tokyo, dove è per promuovere il film, la nomination agli Oscar tra i documentari per «Fuocoammare». «Non ci credevo più per tutte le varie previsioni», ha aggiunto, «sapevo sarebbe stata una battaglia fino all’ultimo, nulla era scontato. Il film da Berlino è arrivato in 64 Paesi, ora il suo messaggio esiste e naturalmente dedico questa candidatura a Lampedusa».

Aggiunge il regista: «La meta era la nomination: per ottenerla sono stati tre mesi impegnativi come una campagna elettorale. Ora sarà solo una grande festa. Comunque vada a finire».

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