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Francesca Rettondini: «Alberto Castagna? Eravamo due cuori e una capanna. Verona? Mi viene da piangere per la nostaglia»

Prima modella, poi attrice e conduttrice, è partita per Milano a 18 anni: oggi l'ex compagna del conduttore immagina un ritorno in riva all'Adige: «Ero sulla Costa Concordia quando è naufragata, ci ho messo tempo a superare il trauma»
Francesca Rettondini oggi e, a destra, con Alberto Castagna
Francesca Rettondini oggi e, a destra, con Alberto Castagna
Francesca Rettondini

Un tuffo indietro nel tempo, con la gioia di ritrovare le tante amicizie che hanno segnato una giovinezza spensierata. Questo significa per Francesca Rettondini, attrice e conduttrice nata nella nostra città, precisamente nel quartiere di Borgo Venezia, ogni rientro a Verona. La raggiungiamo al telefono nella sua casa di Anzio, in una domenica pomeriggio in cui si sta concedendo di «non pensare al lavoro».

Francesca, le capita di rado di non pensare al lavoro dunque? Anche nella tranquillità di Anzio?

Diciamo che ogni tanto, almeno la domenica, ho imparato a prendermi un po’ di tempo per me, ma il lavoro mi assorbe tantissimo: per fortuna è una grande passione, per cui non significa un sacrificio. Anzio è stato per me davvero un rifugio: mi sono trasferita qui da Roma a seguito della pandemia. Stare chiusa nella metropoli mi aveva messo un po’ di ansia, avevo bisogno di aria, sole, orizzonte. Ora però confesso che dovendo andare avanti e indietro da Roma la cosa è un po’ scomoda: per l’inverno cercherò di trasferirmi nella capitale, e poi... beh ho un sogno-progetto!

Un «sogno-progetto» che ha a che fare con il suo mai interrotto amore per Verona?

Guarda, solo a dire Verona mi viene da piangere dalla nostalgia. Ci torno molto spesso perché a Verona vive mia sorella Elena (per tutti Lola) che ha mantenuto tutte le nostre amicizie della giovinezza: siamo sempre state molto vicine, lei ha tre anni più di me ma abbiamo sempre avuto le stesse compagnie. Quando penso a Verona la nostalgia mi prende perché per me Verona significa lo Stuzzichino, storico bar, il Frank e i Simmply Read: e i miei amici sanno che cosa voglio dire! Dunque la mia idea è di tornare a fare base appena posso a Verona.

E dove vorrebbe abitare?

Veronetta. Perchè si trova a metà strada tra i miei ricordi, là nel quartiere di Borgo Venezia dove sono nata, e il centro città.

Nonostante l’amore per Verona, a 18 anni ha lasciato la città di Giulietta e Romeo e si è trasferita a Milano, iniziando come modella. Da dove nasce il sogno di fare l’attrice?

Tutta la mia famiglia aveva una vena «artistoide». Fin da piccola ho imparato a suonare il pianoforte, a casa nostra veniva spesso a suonare il maestro De Mori, e poi si parlava d’arte, di pittura, di teatro e di cinema. Io con gli studi ero un po’ birichina, mi sono diplomata all’Aleardi, ma non ho mai avuto tanta voglia di studiare, ero affascinata dal mondo dell’arte e Verona a un certo punto mi è stata stretta e sono andata prima a Milano e poi a Roma. Ho fatto un bel po’ di gavetta, prima comparsate in tv poi la prima fiction, «I ragazzi del muretto» con Montesano, in cui ero solo la controfigura della protagonista. E finalmente la prima parte in cui parlavo in «Sei forte maestro»: lì ho incontrato Gastone Moschin che avrà avuto quasi ottant’anni e che per me è stato davvero un mito. E poi c’erano Valeria Fabrizi, anche lei veronese, e Emilio Solfrizzi: mi parevano tutti mostri sacri.

Così è iniziata la sua carriera televisiva: tante le fiction, ma ce n’è una che ha amato particolarmente?

Elisa di Rivombrosa. Era la prima fiction in costume che ha avuto un successo straordinario, è stato bellissimo.

E poi negli anni Novanta ha conosciuto Alberto Castagna, ed è stato amore; insieme avete collaborato in diverse trasmissioni. La vostra relazione era seguitissima nelle cronache rosa.

Sì, quello è stato un periodo meraviglioso della mia vita. Ho in pratica imparato un nuovo lavoro, quella della presentatrice e conduttrice, lui mi ha insegnato tantissimo. Era formidabile. Ho capito che in quel caso sono fondamentali i tempi: non ti puoi permettere sbagli, in tv i tempi sono davvero la cosa più importante. Eravamo davvero due cuori e una capanna: è stato molto bello. Nella mia vita ho sempre cercato persone migliori di me, persone dalle quali avere qualcosa da imparare. Sono nata sotto il segno dei Pesci: per indole mi butto nelle cose, non ho paura, e ho fiducia. Tendo a vivere il momento, perché tanto fare troppi progetti è come la dieta: poi non la seguo.

Lei era sulla Costa Concordia quando è naufragata vero?

Si, ero lì per lavoro. Dovevamo fare un programma e lì si tenevano le selezioni. Sul momento non mi sono resa conto, la paura è arrivata quando ho realizzato che cosa era accaduto. E poi ci ho messo tempo a superare quel trauma, ma ci sono riuscita.

Progetti per il futuro?

Sto facendo una produzione cinematografica insieme al mio attuale compagno, che si chiama Rosario ed è attore di teatro. Finora abbiamo fatto cortometraggi, questo è il primo lungometraggio, un film storico importante: una grande sfida. E poi da dieci anni sono titolare del premio Starlight International Cinema Award all’interno della Mostra del cinema di Venezia: un impegno che è cresciuto e cui tengo molto.

Alessandra Galetto

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