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Fondazione Arena in streaming con i big della musica ungherese

Il maestro Vittorio BrescianiL’orchestra della Fondazione Arena sarà impegnata in un concerto in streaming FOTO ENNEVI
Il maestro Vittorio BrescianiL’orchestra della Fondazione Arena sarà impegnata in un concerto in streaming FOTO ENNEVI
Il maestro Vittorio BrescianiL’orchestra della Fondazione Arena sarà impegnata in un concerto in streaming FOTO ENNEVI
Il maestro Vittorio BrescianiL’orchestra della Fondazione Arena sarà impegnata in un concerto in streaming FOTO ENNEVI

I teatri chiudono, ma la musica non si ferma, anzi resiste e combatte per portare speranza, sia pur nel rispetto delle regole e dei protocolli sanitari. E così, dato che il nuovo dpcm vieta al pubblico di recarsi in sala, Fondazione Arena sceglie di portare il nono appuntamento della stagione sinfonica 2020 direttamente nelle case degli spettatori grazie allo streaming. Sostenuto da Banco Bpm e patrocinato dall’Ambasciata di Ungheria, il Concerto Kodály, Bartók, Liszt sarà dunque visibile stasera alle 20, collegandosi gratuitamente alla nuova webtv di Fondazione Arena (http://arena.it/tv) oppure tramite le piattaforme Facebook e Youtube. Il programma (integralmente dedicato a compositori ungheresi) sarà costituto dalle rare «Danze di Marosszék» di Zoltán Kodály (concepite nel 1927 in omaggio alla musica e ai canti popolari di tale regione), dal «Concerto per viola e orchestra Sz. 120» di Béla Bartók (il quale purtroppo non riuscì a terminarlo a causa della leucemia, lasciando però il compito di orchestrarlo al suo devoto allievo e amico Tibor Serly) e da tre delle celebri «Rapsodie ungheresi» di Franz Liszt (nello specifico la terza, la quarta e la quinta), composte originariamente per pianoforte (in onore dei moti rivoluzionari del 1848 per l’indipendenza dell’Ungheria dall’Austria) e qui proposte nella trascrizione di Ferenc Doppler per orchestra. Alla guida dell’orchestra di Fondazione Arena troviamo uno dei migliori specialisti lisztiani d’Italia: il maestro Vittorio Bresciani, che dopo il debutto pianistico al Teatro Filarmonico (nel 1991), tra il 2000 e il 2011 è tornato per altre cinque volte sia come pianista, sia come direttore in programmi interamente dedicati al repertorio di Franz Liszt. Alla prima viola areniana Giuseppe Mari sarà invece affidato il ruolo solistico nel componimento di Bartók (eseguito per la prima volta a Minneapolis nel 1949 con il grande violista William Primrose). Originariamente il Concerto Kodály, Bartók, Liszt si sarebbe dovuto tenere alla presenza delle autorità politiche veronesi, dell’Ambasciatore d’Ungheria Ádám Zoltán Kovács e del Console onorario Lajos Pinter per commemorare le vittime ungheresi del terribile incidente del 20 gennaio 2017. Fu infatti in quella data che il pullman su cui viaggiavano gli studenti del liceo Szinyei Merse Pál di Budapest e i loro accompagnatori si schiantò contro il pilone dell’autostrada A4 (all’altezza di San Martino Buon Albergo) generando un incendio nel quale persero la vita sedici ragazzi e un adulto. Tale tragedia, oltre a unire profondamente Verona e Budapest, ha portato a una maggiore severità nei controlli sugli autobus, soprattutto per quanto concerne le gite scolastiche. Dopo la costruzione di un memoriale per le vittime (inaugurato a San Martino nel gennaio 2018) e la conclusione del procedimento giudiziario contro l’autista del bus (condannato lo scorso giugno dalla Corte d’Assise di Verona a 12 anni di reclusione), giunge ora il tributo umano, civile e spirituale della musica. La forma di fruizione dell’iniziativa cambia, ma la forza del messaggio resta. •

Angela Bosetto

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