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Il concerto

Folkstone, malinconia festante a Cerea per l'ultimo concerto italiano di sempre

Il concerto
Folkstone a Cerea, ultimo show (video Brusati)

Una via tutta italiana al metal, suonato con strumenti elettrici, folk e medievali insieme. Con temi libertari e sociali. Scritta così sembra semplice la formula dei Folkstone; più difficile fare funzionare il tutto e portarlo in giro con successo in Italia e in Europa.

La band bergamasca (secondo la definizione del loro leader, Lore, è «un’accozzaglia di personaggi») ha concluso il viaggio all’Area Exp di Cerea, davanti a oltre 1200 fan mai fermi e mai zitti.

L’ultimo concerto italiano, prima di una coda all’estero, diventa ancora una volta l’occasione per radunare il popolo dei Folkstone, refrattario alle mode e deciso a rivendicare la libertà, anche d’espressione. «Una cosa l’abbiamo imparata», urla Lore prima di cantare “Il confine”, «cioè che non esistono confini se non la morte; gli altri sono invenzioni dell’uomo. E dunque: fan*** i confini!».

Le ritmiche medieval-industriali tengono alta la tensione del concerto che arriva all’apice con “Briganti di montagna” e con quello che dà il nome al gruppo, con la strofa «Dalle Orobie anche qua». Non mancano i momenti ironici, come quando il leader del gruppo ammette di aver letto i commenti sui social, dopo la notizia dello scioglimento: «Tanti ci hanno sommerso di affetto, e ci fa piacere; è bello aver lasciato qualcosa, nel cuore delle persone. Un tizio però ha scritto: “Finalmente! Non se ne può più!”. Pazzesco! In radio non ci hanno mai passato, in tv non andiamo, i network non ci vogliono e lui dice che non se ne può più… Ma dove ci avrà ascoltato? Magari si ascolta i nostri cd tutto il giorno e poi si lamenta…».

E pensare che i pazzi erano i Folkstone, con il loro metal-medievale!

Giulio Brusati

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