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Sabato lo show, pochi i biglietti disponibili

L’Arena aspetta Fiorello: «Essere lì è straordinario. Sarò semplicemente io»

Lo showman torna a distanza di 12 anni. «Ma è passato così tanto? Verona resta sempre unica. Parlerò di social, musica e di tendenze»
Grande attesa per lo spettacolo di sabato «Fiorello presenta Fiorello»
Grande attesa per lo spettacolo di sabato «Fiorello presenta Fiorello»
Grande attesa per lo spettacolo di sabato «Fiorello presenta Fiorello»
Grande attesa per lo spettacolo di sabato «Fiorello presenta Fiorello»

Un ritorno atteso da anni. Verona ritrova Fiorello, l’Arena è pronta a ridere di nuovo con uno degli showman più amati. Dopo aver attraversato l’Italia a suon di sold out nei teatri e nei grandi spazi all’aperto con il suo spettacolo «Fiorello presenta Fiorello», Rosario Fiorello arriva sabato sul palco dell’anfiteatro scaligero. Una serata irripetibile che coincide anche con la gran chiusura della stagione estiva dello show e riporta Fiorello a Verona a distanza di dodici anni dall’ultima volta. Improvvisazioni, esperimenti scenici, invenzioni mimiche, interazione con il pubblico in sala e incursioni di ospiti a sorpresa, una scaletta musicale fluida curata da Enrico Cremonesi, con l’innesto di momenti fuori copione: marchi di fabbrica di uno showman partito dai villaggi turistici tanti anni fa e divenuto uno dei personaggi iconici del mondo della tv e dello spettacolo nazionale. Non mancheranno i riferimenti all’attualità, lo sguardo acuto e ironico dell’artista sull'Italia e gli italiani, sui cambiamenti degli usi e costumi, sempre all’insegna della leggerezza e del buonumore. Un rapporto lungo e speciale quello di Fiorello con il suo pubblico, conquistato e rinnovato ogni volta durante le sue tournée di successo in questi anni: «Stasera paghi te!» (2001-2003), «Fiore, nessuno e centomila» (2003-2004), «Volevo fare il ballerino…» (2005-2007), «Volevo fare il ballerino ... e non solo!» (2007), «Fiorello Show» (2009-2010), «Buon Varietà» (2011), «L'ora del Rosario» (2015-2016).


Fiorello, cosa significa tornare in Arena a distanza di tanti anni?
Non pensavo fossero passati già dodici anni dal mio ultimo show all’Arena di Verona. Ho dei ricordi bellissimi… anche della pioggia. Poche sere fa guardavo Carlo Conti e Vanessa Incontrada e pensavo «Oddio anche io devo fare lo spettacolo lì, adesso?». L’Arena credo metta un po’ di ansia a tutti noi che facciamo spettacolo; però una volta che sei lì la felicità raggiunge davvero vette altissime e ti dà un appagamento artistico senza pari. Ti senti proprio arrivato. Poi io da solo, su quel palco, è qualcosa di straordinario.

Cosa si deve aspettare il pubblico da questo show?
Io penso che il pubblico si aspetti di vedere semplicemente Fiorello, pagano un biglietto per vedere me e sanno già a cosa vanno incontro, perché mi conoscono. In maniera affettuosa dico sempre “i miei clienti”, perché mi seguono comunque da tanto tempo e, ascoltando i commenti dei “clienti del live”, quelli che hanno visto tutti i miei spettacoli dicono che questo probabilmente sia il più divertente. Io lascio la parola al pubblico che ha sempre ragione.

Di Fiorello ormai si è visto e apprezzato molto, sarà uno spettacolo che mette insieme il suo repertorio o ci saranno soprattutto novità?
Fino ad ora non ho fatto spettacoli con i famosi “cavalli di battaglia”. Anzi, tendo a non ripetere quasi mai le gag del passato. In questo show ci saranno cose nuove, trovate nuove. Ovviamente strizzo l’occhio all’attualità, alle nuove tendenze, a tutto ciò che ci circonda: i social, i nuovi cantanti, i nuovi generi musicali, e tutto quanto può offrire il mondo dello spettacolo che viene “satireggiato”.

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L’Arena è il tempio per eccellenza della lirica e ultimamente è tornata ad esserlo anche della musica leggera, c’è ancora spazio per eventi diversi come appunto il suo show?
Evidentemente sì, c'è ancora spazio. Io sono qua, quindi lo spazio c’è. Anzi, devo dire che ultimamente in Arena si vedono moltissimi show, che poi vanno anche sugli schermi. È bello che uno spazio così importante dia modo a diverse forme di spettacolo di godere di questo straordinario palcoscenico.

Sul palco ci sarà anche la sua band di sempre, quando è importante questo accompagnamento? Riescono a seguirla nelle sue immancabili improvvisazioni?
Certo. La mia band storica capitanata dal maestro Cremonesi, sempre presente, è la nostra caratteristica. Quando c’è un’improvvisazione ormai sappiamo, come si dice in gergo, “dove andare a parare”. Cremonesi sa esattamente cosa fare e se parte un‘improvvisazione basta solo uno sguardo e l'intesa è immediata. 

Lei ha segnato parte della storia recente dello spettacolo e della televisione italiana, è un momento in cui a parte lei e pochi altri il mondo della comicità, dell’ironia, degli one-man show a volte sembra offrire meno di altri periodi....
Non mi sembra che si offra poco, anzi. Con l’avvento delle piattaforme lo spazio si è moltiplicato. Penso a Rai Play, ma anche ad Amazon, Netflix, Prime, Disney, solo per citarne alcune, ora tutti i comici hanno i loro spettacoli in piattaforma. È bene che ci sia questa offerta. Credo che ci sia molto spazio per la comicità. Forse nella televisione generalista si tende a fare un altro tipo di show, però c’è ancora spazio per fare cose nuove.

Il suo rapporto con Verona? Una volta in un’intervista al nostro giornale disse che non sarebbe stato male prendere casa qui…
Adesso sembra piaggeria: faccio lo spettacolo a Verona e dico «amo Verona». Addirittura io faccio proprio una gag su questo, sugli artisti che arrivano con lo spettacolo in una città e dicono «è la città più bella del mondo». Ma qui è così, perché come si fa a non amare Verona? Mia moglie ha origini venete e questa regione ci sta nel cuore, ci veniamo molto spesso: Venezia, Verona sono città uniche, piene di angoli meravigliosi da scoprire. Verona è per un artista una tappa davvero piacevole, oltreché per l’Arena, perché è un’occasione per fare un giro in una città bellissima, dove peraltro si mangia benissimo.

La quotidianità oggi offre molti temi anche delicati di cui parlare, ce n’è qualcuno che secondo lei gli show comici non dovrebbero toccare o al contrario qualche tema di cui invece è necessario parlare comunque? Io faccio spettacoli comici, e mi piace che il pubblico dimentichi per un po’ proprio quegli argomenti, perché la mia filosofia è quella del sorriso. Io voglio che il pubblico provi a trascorrere due ore serene, a sorridere. Non credo ci sia una regola, ci sono artisti che affrontano temi seri, importanti nei loro spettacoli e lo fanno anche molto bene, dipende anche da come lo si fa. 

Luca Mazzara

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