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Film Festival della Lessinia, l’osservatorio sulle terre alte

Sono stati ben 599 da 81 paesi i film visionati dalla commissione per selezionare il meglio da consegnare alla ventisettesima edizione del Film Festival della Lessinia, la rassegna cinematografica internazionale dedicata alla vita, alla storia e alle tradizioni delle montagne del pianeta. Ma solo 66 da 36 paesi accenderanno le luci della ribalta del teatro Vittoria a Bosco Chiesanuova dal 20 al 29 agosto. Ci saranno 24 anteprime italiane, 37 film in streaming su MyMovies, la più importante piattaforma italiana dello streaming, in una sala virtuale in cui seguire la programmazione da tutto il territorio nazionale; dieci film in concorso internazionale come lungometraggi, tredici film in concorso internazionale come cortometraggi, otto film dedicati alla sezione Green, sei di Montagne italiane, un Evento speciale, omaggio a Kim Ki-duk, il regista sudcoreano vincitore del Leone d’oro e d’argento, e ventinove film dedicati ai bambini e ragazzi. Uno sforzo enorme considerato il periodo di pandemia in cui tutto è stato programmato, «ma il nostro orgoglio è di non esserci mai fermati e aver assicurato anche l’anno scorso il Film festival in presenza», ha detto il direttore artistico Alessandro Anderloni presentando l’evento nella Sala Barbieri del rettorato dell’università di Verona. Introdotto da Nicola Pasqualicchio, professore associato per le discipline dello spettacolo, che ha fatto gli onori di casa a nome del rettore, Anderloni ha dato la parola al sindaco di Bosco Chiesanuova Claudio Melotti che ha rimarcato l’importanza dell’evento sia dal punto di vista turistico ma anche per mettere al centro dell’attenzione la montagna e i suoi problemi, «ripartendo dalla cultura che sa cogliere i nostri valori e condividerli». Roberto Buttura, neo presidente del Film Festival che subentra a Giancarlo Corradi, che lo aveva cresciuto fin dalle prime edizioni e solo la morte lo ha strappato a questo grande amore, ha voluto precisare che proprio nell’esempio di Corradi e con il carisma di Anderloni si è creata «quella comunità di amici che ha dato ali e gambe a questa esperienza». L’università attraverso Pasqualicchio si è detta orgogliosa di partecipare a un evento che non è una presenza di forma ma convinta, con il ciclo di incontri Parole Alte che, nel centenario dalla nascita, dedica un ricordo al “sergente nella neve” con il libro più appassionato e sincero pubblicato per questa ricorrenza: «Mario Rigoni Stern. Un ritratto» (Laterza) di Giuseppe Mendicino. I film e i registi, la piazza e gli eventi che torneranno dal vivo, saranno il cuore di questa edizione che si apre con «February» di Kamen Kalev, film che porta a incontrare Petar: la giovinezza di pastore in servizio militare in un’isola sul mare, la scoperta della poesia, la quiete della vecchiaia in un gelido inverno nel ritorno sui monti. La rassegna inaugura la ventisettesima edizione con un’opera che mira dritto al cuore del tema che, da quasi tre decenni, illumina gli schermi della Lessinia: vivere sulle terre alte. Ecologia e ambiente sono tematiche che in varie declinazioni attraversano i film, le attività in sala e i laboratori didattici pensati per i più piccoli, le escursioni alla scoperta del territorio. Se nel 2020 il programma si era limitato a quello cinematografico, pur ricco, quest’anno la Piazza del Festival, seppure con allestimenti ridotti, ricomincia a vivere. Il carcere di Verona sarà ancora protagonista con la sua giuria di detenuti e tornerà quest’anno la giuria internazionale per i film in concorso. •.

Vittorio Zambaldo

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