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Share, risultato più alto dal 1995

Sanremo debutta con Mattarella, Benigni e la libertà. Salvini: «E ora spero che Egonu non faccia una tirata sul Paese razzista»

Chiara, abiti-manifesto e inno alle donne. E l'attore premio Oscar appassiona e fa commuovere il Capo dello stato con il monologo sulla Costituzione. Mengoni primo nella classifica provvisoria
Il selfie di Chiara Ferragni con il presidente Mattarella, la figlia Laura e gli altri conduttori del Festival
Il selfie di Chiara Ferragni con il presidente Mattarella, la figlia Laura e gli altri conduttori del Festival
Festival di Sanremo, la prima serata

La prima serata del Festival di Sanremo, su Rai1, è stata seguita da 10 milioni e 757 mila telespettatori, con uno share del 62,4 per cento. Nella prima parte (21.18- 23.44) gli spettatori sono stati 14 milioni e 160 mila, con uno share del 61.7 per cento. Nella seconda parte (23.48-01.40) 6 milioni e 296 mila, con uno share del 64.7 per cento.

L’anno scorso la prima serata del festival era stata seguita in media da 10 milioni 911 mila spettatori pari al 54.7% di share.

Amadeus batte ancora se stesso e centra il risultato più alto dal 1995, quando il festival condotto da Pippo Baudo, con Anna Falchi e Claudia Koll, esordì con il 65.15% di share. Nel 2021 il festival, sempre guidato da Amadeus, aveva ottenuto nella prima serata una media del 46.6%, nel 2020 il 52.2%.

Intanto sul festival interviene anche Matteo Salvini. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, intervistato a Non Stop News su Rtl 102.5, ha detto: «Egonu? Grande sportiva, grande pallavolista, ma spero non venga a fare una tirata al Festival sull'Italia Paese razzista, perché gli italiani possono avere tanti difetti ma non sono razzisti. È un popolo che accoglie, che allunga la mano a tutti. Mi auguro che gli italiani, che hanno già molti problemi, non si sentano colpevolizzati da chi usa la tv pubblica per fare la morale a qualcuno». Il vicepremier ha dato il proprio giudizio sui cantanti in gara: «Gianluca Grignani è un grande, Giorgia ha una voce straordinaria, Ultimo mi piace tantissimo».

 

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La presenza storica in platea del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’emozione di Gianni Morandi sulle note dell’inno di Mameli, la lettera d’amore di Roberto Benigni alla Costituzione, alla libertà e alla pace. Sanremo 2023 non poteva avere partenza più ecumenica: «È un privilegio dire benvenuti alla 73/a edizione del festival», dice raggiante Amadeus, consapevole di aver messo in piedi una serata che resterà negli annali.

A blindare il festival, spazzando via in qualche modo le polemiche delle ultime settimane sulla controversa vicenda dell’intervento del presidente ucraino Zelensky nella serata finale, è l’arrivo di Mattarella, primo capo dello Stato all’Ariston, accolto con la figlia Laura dalla standing ovation del pubblico. Una sorpresa assoluta, tenuta segreta fino all’ultimo dopo giorni di contatti con il Quirinale, e annunciata solo a poche ore dal via, da Amadeus in conferenza stampa.

«Siamo molto felici per la presenza del presidente», gongola l’ad Rai Carlo Fuortes, seduto in prima fila accanto alla presidente Marinella Soldi che avrebbe avuto conferma solo in mattinata dell’arrivo del capo dello Stato.

Il trio dei conduttori della prima serata del Festival
Il trio dei conduttori della prima serata del Festival

L'inno, l'elogio della Costituzione e la commozione di Mattarella

L’occasione sono i 75 anni della Costituzione, e Morandi invita tutti a intonare con lui l’inno nazionale. Poi la parola passa a Roberto Benigni. Scherza il premio Oscar, rivolto a Mattarella: «Presidente, Amadeus è al quarto mandato, bisogna fermarlo, è un colpo di stato, si è montato la testa, vuole pieni poteri, sta organizzando la marcia su Sanremo». Mattarella ride, applaude, si porta la mano sul cuore quando l’attore e regista rende omaggio, tra i padri costituenti, al padre Bernardo Mattarella. Poi cambia registro e celebra la Costituzione, «un’opera d’arte che canta la libertà e la dignità dell’uomo», l’articolo 11 «bello come una poesia, l’Italia ripudia la guerra: se lo avessero adottato anche gli altri, non esisterebbe più la guerra sulla faccia della terra, nessuno Stato potrebbe invadere un altro Stato». E l’articolo 21, «il pilastro di tutte le libertà ».

Il debutto di Chiara Ferragni e l'abito-manifesto

Ma a Sanremo è anche la serata di Chiara Ferragni, attesa al debutto in diretta tv, fuori della comfort zone di Instagram. Entra in scena con un abito manifesto, a corolla, nero, ispirato alla tradizione Dior, e completato dalla stola con il claim ’Pensati liberà, da un’opera di Claire Fontaine. Un invito all’empowerment femminile che l’imprenditrice digitale poi esplicita nel naked dress color oro («non sono nuda, è un disegno, il corpo di noi donne non deve mai generare odio o vergogna») e soprattutto nel monologo, una lettera a Chiara bambina, un invito a tutte le donne a sconfiggere le insicurezze, a non sentirsi sbagliate, a non giudicarsi mamme imperfette se lavorano, a celebrare i propri successi: «Non sminuirti mai di fronte a nessuno», dice emozionata Chiara.

«Se nascondi il tuo corpo sei una suora, se lo mostri sei una troia, è sessismo normalizzato: tu sfidali e non aver mai paura delle conseguenze di quello che sei. Essere donna non è un limite: lottate insieme ogni giorno per cambiare le cose. Io ci sto provando anche in questo momento. Ti vorrei abbracciare piccola Chiara, alla fine andrà tutto bene, sono fiera di te».

I primi 14 big in gara e la reunion dei Pooh

Sul palco tocca ai primi 14 Big, Anna Oxa, gIANMARIA, Mr. Rain, Marco Mengoni, Ariete, Ultimo, Coma_Cose, Elodie, Leo Gassmann, Cugini di Campagna, Gianluca Grignani, Olly, Colla Zio, Mara Sattei. Tra i momenti più emozionanti della serata, l’esibizione dei Pooh, tornati insieme per il festival sei anni dopo l’addio del 2016 e dopo la scomparsa di Stefano D’Orazio: medley con Riccardo Fogli e Ariston in delirio, orchestrali compresi. Tutti commossi quando compare anche D’Orazio, su un sipario trasparente nelle immagini di repertorio della vittoria del 1990 proprio al festival con Uomini soli.

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Il «fuori programma » di Blanco, i fischi e Amadeus lo chiama Salmo

Dopo l’esibizione da «Brividi» con Mahmmod, con cui l’anno scorso trionfarono al festival, Blanco è protagonista di un fuori programma: non sente l’audio in cuffia mentre canta il nuovo singolo L’isola delle rose, distrugge gli arredi floreali sul palco e il pubblico fischia. Amadeus prova a prendere il controllo della situazione, ma ammette: «Era dai tempi di Bugo e Morgan che non accadeva nulla del genere».

Mentre il pragmatico spazza, sullo schermo ecco apparire Fiorello: «Ama che stai facendo? Sbagli tutti i nomi - prende in giro il conduttore che ha confuso gIANMARIA con Sangiovanni e poi Blanco con Salmo -. Salmo si è buttato col il microfono, sono 2500 euro. E poi a Mattarella il festival non è piaciuto, dopo un quarto d’ora se n’è andato».

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