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Estate Teatrale Veronese, apre Paolo Rossi: «Sarà un Amleto a modo mio»

Paolo Rossi al teatro Romano lo scorso anno
Paolo Rossi al teatro Romano lo scorso anno
Paolo Rossi al teatro Romano lo scorso anno
Paolo Rossi al teatro Romano lo scorso anno

Le prove cominciano oggi al teatro Goldoni di Venezia. Paolo Rossi dunque è già al lavoro in vista del debutto dell’Estate Teatrale Veronese al teatro Romano, che lo vedrà sul palco con una - ovviamente «a modo suo» - rilettura dell’«Amleto» di Shakespeare. I teatri sono chiusi e - confessiamolo - ancora non sappiamo fino a quando, ma il lavoro della nostra Amministrazione comunale non si è mai interrotto e lo dimostrano le riuscite proposte on line che, nell’impossibilità del teatro dal vivo, hanno portato in questa difficile stagione tante proposte nelle case dei veronesi. Ma non è tutto qui.

 

Ora si guarda anche avanti e c’è già un progetto per i prossimi mesi, quando - la speranza è questa - potremo tornare a godere del live, a vivere la tridimensionalità di un palco calcato da attori con un pubblico in carne e ossa di fronte (o di lato, se fosse richiesto). Torna dunque, e questa volta in apertura del Festival Shakespeariano, Paolo Rossi, applaudito nella non facile estate 2020 al Romano con il suo «Stand Up Shakespeare», quando ha offerto «spezzoni» di Riccardo III, sua «lunga fedeltà», ma anche di Amleto e Falstaff, oltre agli immancabili Giulietta e Romeo, e agli amatissimi buffoni, in una carrellata dentro e attraverso Shakespeare per rileggerlo e raccontarlo con magia, fantasia, rigore filologico e spericolata attualizzazione. Sarà proprio questo affabulare incantatorio il filo conduttore di Paolo Rossi per la prossima stagione.

 

«Siamo al lavoro da tempo per la stagione 2021», conferma l’assessore alla Cultura Francesca Briani. «Anche la scorsa estate, sia pure in tempi molto ristretti, abbiamo dato vita al Festival; siano pronti a una stagione di continuità ma in crescita, sia per le produzioni che per il numero degli spettatori». Resteranno le tre sezioni, musica, prosa e danza», conferma il direttore artistico Carlo Mangolini. «Con la volontà di una contaminazione tra arti che rilegga la tradizione portandola all’attualità. E con proposte per le realtà professionali veronesi, alle quali da subito è andata la nostra attenzione». •

Alessandra Galetto

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