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La direttrice d'orchestra allieva di Muri

Erina Yashima sul podio per la Nona Sinfonia: «Un inno alla pace»

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Erina Yashima, dirige l'orchestra areniana nel Gala IX Sinfonia di Beethoven
Erina Yashima, dirige l'orchestra areniana nel Gala IX Sinfonia di Beethoven
Erina Yashima, dirige l'orchestra areniana nel Gala IX Sinfonia di Beethoven
Erina Yashima, dirige l'orchestra areniana nel Gala IX Sinfonia di Beethoven

Dopo Keri Lynn Wilson e Speranza Scappucci, Erina Yashima sarà la terza donna a guidare l’orchestra areniana durante il Festival Lirico estivo. Il suo debutto è fissato per domani, in occasione del Gala IX Sinfonia di Beethoven. «Spero che in futuro il fatto che una donna salga su un podio prestigioso diventi una cosa assolutamente normale» dichiara la giovane direttrice, Assistant Conductor della Philadelphia Orchestra e allieva di Riccardo Muti (di cui è stata assistente, così come di Esa-Pekka Salonen, Christoph Eschenbach, Yannick Nézet-Séguin e Zubin Mehta).

«Quando dirigo non mi soffermo mai a riflettere sul fatto che sono una donna: penso soltanto a come fare un buon lavoro. Tuttavia concordo che sia molto importante offrire alle bambine dei modelli a cui guardare, in modo che possano ambire a questa professione esattamente come farebbero con qualunque altra».

 

Qual è stato il suo primo amore musicale?

I miei genitori sono violinisti quindi in casa la musica classica è sempre stata la normalità. Essendo cresciuta fra le note e avendo sempre suonato (sono diplomata in pianoforte), è difficile per me scegliere un singolo compositore, ma forse direi proprio Beethoven. La prima volta che ho sentito la Sinfonia n. 5 in do minore e la Sinfonia n. 9 in re minore sono rimasta profondamente colpita.

 

Cosa rappresenta la Nona?

Per me la Nona è un monumento, esattamente come l’Arena. Potremmo dire che eseguirla qui è come edificare un monumento all’interno del monumento. Personalmente la considero l’Everest della musica: si sa che è immensa, difficilissima e che occorrono tanto tempo, studio ed esperienza per affrontarla, ma la sfida è irresistibile. Inoltre, essendo una sinfonia famosissima, ha alle spalle una tradizione tanto ampia quanto illustre. Ognuno ha il proprio gusto e un diverso modo di approcciarsi, il che aumenta la responsabilità di chi la esegue. Eppure che gioia poterla fare, specialmente dopo il periodo terribile che abbiamo passato. Sarà sia la mia prima Nona, sia il mio primo lavoro con un coro dopo la pandemia. Ne sono felice perché trovo che la voce umana abbia un suono particolarmente confortante.

 

Si dice che la Nona rifletta i sogni e le speranze di chi la dirige: quali sono i suoi?

Secondo me questa sinfonia riflette la parte migliore dell’essere umano, la più buona e la più nobile. Quindi non posso che augurarmi e augurare a tutti pace, solidarietà ed empatia. Personalmente vivrò la Nona come un dono al pubblico e all’Arena.

Angela Bosetto

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