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CONCERTO IL 19 SETTEMBRE

Diodato sogna un regalo: «Vi aspetto tutti in Arena»

Nel 2020 aveva registrato nell’anfiteatro vuoto il video di Fai Rumore
Diodato tornerà  in Arena per il suo concerto
Diodato tornerà in Arena per il suo concerto
Diodato tornerà  in Arena per il suo concerto
Diodato tornerà in Arena per il suo concerto

Era il maggio del 2020 quando Antonio Diodato, in pieno lockdown, arrivava in Arena per cantare «Fai Rumore» nel silenzio più profondo di una città desolatamente vuota. Ci è tornato mercoledì pomeriggio per un primo sopralluogo in vista della data più importante: il 19 settembre quando sarà lui, di nuovo, ma stavolta con il pubblico, il padrone di casa dell’anfiteatro.

 

«Quel maggio era tutto fuori dall’ordinario», spiega il cantante tarantino. «Fare un viaggio ed entrare in Arena è stato un grande privilegio, ma non mi sono mai sentito solo. Ero parte di un flusso di umanità», aggiunge, «e mi sono sentito voce di una volontà di esprimere la propria presenza in un tempo così strano». Fra poco più di un mese e mezzo tornerà proprio lì, ma sarà tutto diverso: «Poterci tornare con il pubblico è un grande regalo, non vedevo l’ora. Sin da quando sono venuto qui a vedere i primi concerti lo sognavo. Ho vissuto un momento di intimità forte con l’Arena quindi mi sento anche io a casa qui».

 


Quel 16 maggio gli italiani, dopo mesi chiusi a casa, da lì a poco avrebbero iniziato a riassaggiare un po’ di libertà. Ma proprio in quei giorni all’Ahoy Arena di Rotterdam, in Olanda, si sarebbe dovuto tenere l’Eurovision song contest. Anche qui, però, la pandemia si era messa di traverso e i quarantuno artisti in gara, da tutto il continente, non potendo salire sul palco avevano realizzato un video: quasi una gara a distanza, insomma. Diodato, per quell’occasione, scelse il luogo simbolo di Verona per la sua partecipazione. In una cornice magica il cantante nato ad Aosta, ma pugliese d’adozione, si era esibito con la sua «Fai Rumore», il brano con cui aveva vinto, pochi mesi prima, Sanremo. Il video in Arena si apriva con il cantante, nel buio, che camminava verso il microfono. L’anfiteatro mangiato dalle tenebre, completamente vuoto, si era illuminato durante la canzone prima di blu su tutte le gradinate, poi disegnando il tricolore sull’ala e la scritta «Fai rumore» in un gioco di luci e immagini mozzafiato (quella sera cantò anche «Volare», un inno all’Italia intera). Le inquadrature dall’alto mostravano la città ancora spoglia, ma pronta – sarebbe successo dopo qualche giorno – a rialzarsi e vivere di nuovo.

 

Diodato, quarant’anni il prossimo 30 agosto, inoltre, ha scritto la colonna sonora del film di Netflix «Divin Codino», tutto dedicato all’epopea del leggendario Roberto Baggio. La canzone «L’uomo dietro il campione» racconta proprio questo: Roberto senza la scritta Baggio, con il 10, sulla schiena.
«Sono cresciuto con il suo poster in camera e poterlo incontrare è stato fantastico. Io l’ho ammirato non solo come calciatore, ma poi, crescendo, anche umanamente», dice. «È un essere umano che ha fatto scelte drastiche e che ha vissuto momenti difficili. Questo lo ha reso speciale». E ancora: «Avevo un sacco di ansia quando l’ho incontrato a casa sua ma a un certo punto mi ha detto che ascoltando la mia canzone aveva pianto come un bambino. È come se mi avesse dato lui un pallone d’oro», aggiunge. Sugli ultimi mesi, invece, spiega: «Ho scritto in questo periodo, le canzoni sono strumenti per conoscersi e per conoscere il mondo». Diodato quest’estate sarà in giro per l’Italia con il suo tour, ma conclude: «L’arena sarà come chiudere un cerchio. Poi si riparte».

Nicolò Vincenzi

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