“I’m a Barbie girl, in the Barbie world” recitava il testo di una famosa canzone degli Aqua nel lontano 1997. Ecco. Il mondo di Barbie in questa tropicale estate 2023 è riuscito a contagiare con il suo rosa shocking tutte le sale cinematografiche mondiali.
Il film e il dress code
L’occasione è l’uscita del film live action dedicato proprio alla famosa bambola Mattel… ed è subito Barbie-mania. Vicenza non si sottrae alla tendenza, dunque giovani, e soprattutto giovani d’altri tempi, si dichiarano pronti ad entrare nel magico mondo di Barbie attraverso un mega schermo rispondendo alla pink call della beniamina d’intere generazioni. Cosa significa? Che per vedere il film è diventato quasi d’obbligo un dress code che prevede, appunto, accessori e vestiti rosa e glitterati. Per i più timidi - e ci riferiamo prevalentemente allo sporadico pubblico maschile - valgono come lasciapassare: calzini rosa, fazzoletto da taschino rosa, cravatta rosa o foulard rosa. C’è anche chi, riferisce un dipendente del cinema The Space di Torri di Quartesolo, si è presentato con la maglia rosa… quella del Giro d’Italia. Ma tant’è, sempre in tinta era.
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Spettatori di tutte le età
Hanno adottato questa soluzione proprio le quarantenni Giovanna Benetti e Milena Ponso, che si dirigono al The Space con due t-shirt su cui campeggia la scritta “Barbie”. «Quanto abbiamo giocato con le Barbie! Non potevamo perderci questo film, che per altro ci hanno riferito essere tutt’altro che superficiale. È divertente anche poterlo vedere con la goliardia di una maglia a tema».
Si è invece fatto prestare una cintura fucsia da un’amica Nicola Rosin che racconta: «Siamo venuti a vedere Barbie per fare felici due amiche: Debora Carraro e Giulia Mattiello». Ed effettivamente il gruppo è ben assortito con un’età che spazia dai 18 ai 60 anni. Poco più in là le 18enni Camilla Acerra, Francesca Burato e Camilla Cattozzo, tutte e tre con un top rosa acceso, dicono: «Sappiamo che il film tratta i temi del femminismo e del patriarcato, ci aspettiamo contenuti oltre che forma». «Barbie accomuna molte generazioni - raccontano Michela Dovigo, Anna Pegoraro e Luana Cicirello - Forse, per quello che abbiamo letto dalla critica, dovrebbero venire al cinema molti più uomini».