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La novità

«Loki», alla fine del tempo con il dio della menzogna

Tom Hiddleston nei panni di Loki e Owen Wilson in quelli di Mobius
Tom Hiddleston nei panni di Loki e Owen Wilson in quelli di Mobius
Tom Hiddleston nei panni di Loki e Owen Wilson in quelli di Mobius
Tom Hiddleston nei panni di Loki e Owen Wilson in quelli di Mobius

Il dio della menzogna è tornato. Dopo un’attesa troppo lunga (era l’estate del 2021) e dopo una sconfortante sequela di delusioni (da «Endgame» in poi si salvano a fatica lo Spider-Man di «No Way Home» e il terzo «Guardiani della galassia»), Loki da Asgard, figlio di Odino e fratellastro di Thor, è di nuovo pronto a rianimare l’agonizzante Marvel Cinematic Universe. O almeno si spera. Per ora siamo al primo episodio della seconda stagione, disponibile da qualche giorno su Disney+ (gli altri cinque arriveranno con cadenza settimanale, ogni venerdì, fino al 10 novembre), e le premesse per un degno seguito alla stagione numero uno, la cosa migliore fatta dalla già citata Marvel dopo il già citato «Endgame», ci sono tutte.

Nelle puntate precedenti...
Ultimo episodio della prima stagione. Loki in versione agente speciale della Time Variance Autorithy - la polizia che ha il compito di vigilare sull’unicità della sacra linea temporale -, non solo ha rintracciato la variante femminile di sé stesso, Sylvie (Sophia Di Martino), ma con lei si è spinto fino alla fine del tempo, spettrale dimora di «Colui che rimane»; pseudonimo di Kang il conquistatore, il padre di tutti gli scienziati pazzi, il primo a muoversi tra gli infiniti universi e a entrare in contatto (bellicoso) con le proprie, infinite varianti. È lui a costringere Loki e Sylvie a scegliere tra due sole opzioni possibili: ucciderlo e rischiare di scatenare il caos, sotto forma di nuova guerra multi-universale, o vegliare al suo posto sulla sacra linea temporale, diventando i nuovi dirigenti della Time Variance Autorithy. La busta uno o la busta due? La busta uno. Kang pugnalato a morte da Sylvie e Loki rispedito indietro dopo un bacio appassionato, di nuovo alla TVA ma in una linea temporale diversa.

Punto e a capo: e adesso?
La seconda stagione riparte da qui: da una versione di Mobius (Owen Wilson) che non ha mai incontrato Loki e da un dio della menzogna che si sposta avanti e indietro nel tempo con una serie di balzi improvvisi e involontari (piuttosto fastidioso come disturbo). C’è anche un nuovo personaggio: Ouroboros (interpretato da Ke Huy Quan, lo Shorty di Indiana Jones, fresco di Oscar per «Everything Everywhere All at Once»), una specie di meccanico aggiustatutto (alla Robert De Niro di «Brazil») che sovrintende al funzionamento della TVA fin dalla sua lontanissima creazione. Il resto, come diceva il sommo poeta, lo scopriremo solo vivendo. In attesa di tornare al cinema l’8 novembre, quando in sala arriverà «The Marvels» di Nia DaCosta, la regista di «Candyman», scelta per dirigere le mirabolanti avventure del trio tutto al femminile formato da Captain Marvel, Monica Rambeau e Ms. Marvel (la Kamala Khan scesa in campo nella serie a lei dedicata). Sarà vera gloria? Vedremo. Nel frattempo non resta che sperare (di nuovo) in Loki.

Luca Canini
letterboxd.com/RivBea79/

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