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SCHERMI & VISIONI

La signora delle camelie e una Garbo miracolosa

La divina protagonista di «Margherita Gauthier» di George Cukor
Greta Garbo in «Margherita Gauthier» di George Cukor
Greta Garbo in «Margherita Gauthier» di George Cukor
Greta Garbo in «Margherita Gauthier» di George Cukor
Greta Garbo in «Margherita Gauthier» di George Cukor

C’è chi dice Ninotchka, chi preferisce la Grusinskaya di «Grand Hotel» e chi invece è convinto che non ci sia una Garbo più Garbo di quella diretta da George Cukor in «Margherita Gauthier». Il quartultimo film interpretato dalla divina per eccellenza (anno 1936), chiamata a confrontarsi con «La signora delle camelie» di Alexandre Dumas, romanzo già reso immortale a teatro e al cinema da interpreti stellari come Eleonora Duse e Sarah Bernhard (oltre che da Verdi). In un clima non proprio ideale almeno per due ragioni. La prima: il belloccio Robert Taylor nella parte di Armando Duval alla Garbo proprio non andava a genio (ma chi andava a genio alla Garbo?). Punto secondo: all’improvviso, a soli 37 anni, venne a mancare il produttore Irving Thalberg, il cuore e la mente della MGM. Un colpo durissimo, che rischiò di mandare a rotoli il progetto. Ma in qualche modo Cukor, che non era il primo degli sprovveduti, arrivò in fondo alle riprese, consegnando alla storia una Garbo miracolosa. Che ride, piange, si dispera, freme e si innamora. Lasciandoci per l’ennesima volta senza fiato. Lu.Ca.

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