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Schermi & Visioni

La New York di LeTour, l’action alla Patel e Ozu

Lo spacciatore
Paul Schrader (1992)
Aspettando Cannes e la prima di «Oh, Canada», con Richard Gere, Uma Thurman e Jacob Elordi, riemerge dalle sabbie dei primi anni Novanta «Light Sleeper», uno dei film più bistrattati di quel genio di Paul Schrader. L’occasione di tornare alle notti folli dello spacciatore a domicilio John LeTour, che si muove tra i lussuosi appartamenti e le stanze d’albergo di Manhattan per rifornire clienti danarosi, diplomatici dediti al vizio e tossici da ultima spiaggia, ce la offre la sempre sia lodata Mubi, nell’ambito di un mini omaggio alla città che non dorme mai completato da «1997: fuga da New York» e «Allucinazione perversa». «Light Sleeper», dicevamo, che di Schrader ribadisce tutte le ossessioni (compreso il finale alla «Pickpocket») e che splende grazie a Willem Dafoe e Susan Sarandon, incorniciato dalla fantastica colonna sonora di Michael Been. Voto: 8.

Monkey Man
Dev Patel (2024)
Ve lo ricordate Dev Patel? L’anno era il 2008 e Danny Boyle, che già si era fatto un nome e una reputazione come regista di quel trauma generazionale che risponde al titolo di «Trainspotting», si portò a casa otto Oscar con «The Millionaire». Di acqua sotto i ponti dell’Academy nel frattempo ne è passata parecchia, e l’allora giovane Patel, che prestò il volto e la voce a Jamal, il protagonista di «The Millionaire», ha deciso di spostarsi dietro la macchina da presa. Il risultato è «Monkey Man», debutto travolgente che è passato un po’ sotto traccia dalle nostre parti, un action acidissimo ambientato in un’India tossica e malsana, tra spacciatori, puttane, politici corrotti, fiumi di droga, eserciti di guerrieri transessuali e tutto quello che un immaginario malato può concepire quando si tratta di sangue e vendetta. Estenuante. Ma che spettacolo. Voto: 7.

Gallina nel vento
Yasujiro Ozu (1948)
Prima li ha trasmessi in chiaro Rai 3, all’interno delle notti di Fuori Orario, ma da un paio di settimane, alla spicciolata, stanno sfilando anche nel palinsesto di RaiPlay, disponibili a turno per un tempo limitato. Undici film del maestro dei maestri Yasujiro Ozu, il padre nobile del cinema giapponese: «Tarda primavera», «Inizio d’estate», «Inizio di primavera», «Crepuscolo di Tokyo», «Il sapore del riso al tè verde», l’immancabile «Viaggio a Tokyo», «Fiori d’equinozio», «Il gusto del saké», «Tardo autunno», «Buon giorno» e il fin qui introvabile «Gallina nel vento». Che non ha forse la trascendentale e ieratica grandiosità dei capolavori della piena consapevolezza, ma in 84 meravigliosi minuti riesce ad arrivare dritto al cuore con una storia tanto semplice quanto toccante. L’ennesima lezione di umanità. Voto: 8.

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