<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La recensione

«Gloria!», la rivoluzione in musica

Margherita Vicario
Margherita Vicario
Margherita Vicario
Margherita Vicario

La musica e il cinema incrociano l’energia e la giovinezza delle donne in «Gloria!», un film decisamente originale, all’insegna della creatività e della voglia di trasgredire, per ridare dignità e vita alle donne, a tutte quelle musiciste e compositrici che sono sbocciate e subito messe a seccare tra le pagine dei libri di storia. «Gloria!» è stato scritto, diretto e interpretato da Margherita Vicario, cantautrice, musicista e attrice, alla quale non fanno certo difetto il talento e la voglia di esprimersi. Vicario torna al passato, agli inizi del 1800, quando il Papa era ancora re e Napoleone era il diavolo, il simbolo vivente della Rivoluzione, soprattutto in un collegio per fanciulle orfane, gestito da suore, fanciulle alle quali un severo maestro di musica e sacerdote (Paolo Rossi) ha insegnato a cantare e a suonare con tutta l’acredine e la mancanza di rispetto che allora si riservava alle ragazze. La vita del collegio è colta in un momento di particolare attesa ed eccitazione perché il Papa, in visita a Venezia, si concederà una pausa nella dimora dove sono ospitate le musiciste. Per l’occasione il maestro preparerà un componimento in onore del Pontefice che sarà eseguito dalle coriste e dalle violiniste. Prima del gran giorno, quasi clandestinamente, arriva nel collegio un misterioso cassone. Solo Teresa, la ragazza muta che fa da sguattera al maestro, apre il cassone nascosto in un sotterraneo e scopre che contiene un pianoforte, e quasi mossa da una forza arcaica, ignorante com’è di musica, inizia a suonarlo. Questo strumento catalizzerà tutte le energie femminili, e tutti i fili del racconto, in un processo inarrestabile di presa di coscienza e di liberazione. F.Bon.

Suggerimenti