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LA RECENSIONE

«Boris», la quarta stagione: risate sì ma in tono minore

L'atteso ritorno dopo 12 anni non delude: convince solo a metà. La quarta stagione è in streaming su Disney+
Stesso cast, formula collaudata: in streaming la quarta stagione di «Boris»
Stesso cast, formula collaudata: in streaming la quarta stagione di «Boris»
Stesso cast, formula collaudata: in streaming la quarta stagione di «Boris»
Stesso cast, formula collaudata: in streaming la quarta stagione di «Boris»

Sgombriamo subito il campo dalle aspettative: la quarta stagione di Boris (in streaming su Disney+) non è all’altezza delle prime tre. Orfana di Mattia Torre, dopo 12 anni la scrittura appare meno brillante, a tratti zoppicante e un po’ sonnacchiosa. Eppure, chi ha amato Boris non se la può lasciar scappare. Perché è il grande ritorno sul piccolo schermo dei personaggi che hanno fatto la storia della prima vera serie italiana. Con il loro ampio ventaglio di nevrosi. Il regista René Ferretti e l’intero cast de «Gli occhi del cuore» sono alle prese con una nuova, rocambolesca impresa: girare la «Vita di Gesù» a puntate. Protagonista, ovviamente, il divo Stanis Larochelle che al solito non risparmia stravaganze. Per Ferretti e compagni, la vera sfida è ottenere il lock, la chiave che fa scattare l’algoritmo e apre la possibilità di essere trasmessi su una piattaforma streaming.

Dall'eroico regista al temibile Biascica, che bullizza i sottoposti

Ad affiancare il nostro regista-eroe, tra scene inanellate «a cazzo di cane» e trovate improbabili, non mancano il fido Duccio, il capo della fotografia cocainomane, e Biascica, il tecnico che bullizza i sottoposti, insieme naturalmente alle altre macchiette. La ricetta alla fine risulta comunque abbastanza gustosa e per gli aficionados saranno, comunque, ore spese bene. Anche grazie alle magistrali incursioni di Corrado Guzzanti che da sole valgono, come si dice, il prezzo del biglietto. Boris 4 ironizza sul mondo dello streaming con la solita goliardica irriverenza. Non è perfetta. Ripropone gli stessi tormentoni del passato, aggiungendo al catalogo poco di nuovo. Alcune scene sembrano piazzate lì un po’ «così, de botto, senza senso». Ma che ci vuoi fare? Lo dicono pure i pazzi sceneggiatori della «Vita di Gesù»: l’inferno è pieno di quarte serie. Voto: 7 • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Natalia Danesi

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