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Attraverso la megalopoli alla scoperta di sé stessi

Adrift in Tokyo
 Satoshi Miki, 2007
Adrift in Tokyo Satoshi Miki, 2007
Adrift in Tokyo
 Satoshi Miki, 2007
Adrift in Tokyo Satoshi Miki, 2007

È uno degli ultimi recuperi della Third Window Films, casa di produzione inglese tra le più attente a quel che succede in estremo oriente (soprattutto in Giappone ma non solo). «Adrift in Tokyo» («Alla deriva in Tokyo») arrivò anche dalle nostre parti nel 2008 (un anno dopo l’uscita ufficiale in patria), garantendo all’esperto in commedie esistenziali Satoshi Miki un discreto successo sui grandi schermi del Far East di Udine. Applausi meritati, perché il racconto dello strampalato viaggio di due anime in pena, da una parte all’altra della grande città per raggiungere un lontano posto di polizia, funziona e fila che è un piacere. A doversi costituire per un crimine è il riscuoti debiti della mala Aiichiro, che con le cattive convince lo studente Fumiya a seguirlo. Attraversando a piedi Tokyo, senza fretta e con passo lento, i due finiranno non solo per incontrare tutta una serie di strambi personaggi (dalla finta moglie all’artista schizzata, dal venditore di futon alla maniaca di cosplay), ma per avvicinarsi l’uno all’altro, tra confessioni a cuore aperto, qualche lacrima e momenti di irresistibile comicità fracassona. Voto: 7.5.

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