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L'incontro alla Feltrinelli

Callas e Serafin,
tra successi
e «segreti»

L'incontro alla Feltrinelli
Nicla Sguotti e Nicola Guerini
Nicla Sguotti e Nicola Guerini
Nicla Sguotti e Nicola Guerini
Nicla Sguotti e Nicola Guerini

Gli bastava un cenno del capo e il disegno lieve della bacchetta nell’aria per muovere l'onda delle emozioni della musica, non solo lirica, che amava visceralmente. Il grande direttore d'orchestra Tullio Serafin (1878 - 1968) è stato omaggiato dal Festival internazionale scaligero Maria Callas dal fondatore e direttore artistico della manifestazione più che mai viva a Verona da cinque anni. Il revival sia artistico che umano del grande maestro, pioniere dell'opera un Arena, scomparso cinquant'anni fa, si è tenuto alla Libreria Feltrinelli, presente un folto pubblico. Si avvalso oltretutto del significativo contributo della studiosa e scrittrice Nicla Sguotti di Cavarzere, in provincia di Venezia, località natale del l'indimenticabile scopritore e mentore di colei che divenne la Divina e lui capì fin da quando la diresse al suo debutto in La Gioconda di Ponchielli in Arena il 2 agosto 1947.

 

Un reperto audio è stato proposto da Nicla Sguotti destando curiosità e si è trattato della voce di Serafin che racconta il suo amore per la musica fin da ragazzino: contributo raro raccolto da Virgilio Boccardi nel luglio 1963 durante le prove per Aida in Arena. Il breve estratto che abbiamo sentito e rivela l'eclettica personalità di Serafin è tratto da un cd allegato alla pubblicazione C.A. Dillon et alii, Tullio Serafin, Milano, Edizioni MC Musica Classica, 1998. Mai ascoltato prima nella nostra città il reperto ha gratificato gli appassionati e molte sono state gli applausi. «Il direttore d'orchestra non devo ignorare nulla ma dominare tutto», è una delle frasi portanti della vocazione di Serafin di cui Nicola Guerini ha definito il dono dichiarando «è l'esempio di come si dovrebbe lavorare in teatro. Per lui l'arte non era effetto ma affetto». «Serafin ha avuto due miti, Verdi e Wagner e l'opera che ha più diretto è stata Aida», ha sottolineato Nicla Sguoti nell'aggiungere aneddoti sul sodalizio tra Serafin e la Callas, come quella volta a Roma in una stanza sei per sei di un salotto «bene» dove l'allora robusta Callas è arrivata vestita in modo discutibile e allora Serafin per proteggerla dagli sguardi critici, seduto al pianoforte l'ha invitata a cantare. Lei allora ha intonata un'intera aria da La Traviata incantando i presenti tra cui Franco Zeffirelli e Luchino Visconti. «Con la sua acuta capacità e un repertorio sconfinato, dal barocco ai contemporanei Serafin era capace di risolvere qualsiasi problema dei cantanti», ha proseguito Guerini che del metodo del maestro si è espresso così «il suo modo di essere e di dirigere era un tempo psicologiche e le sue dinamiche cardiache». •

Michela Pezzani

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