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CORTILE MERCATO VECCHIO

Bastianich, musica
nuovo amore «Presto
pubblicherò un album»

Stasera alle 21 lo chef (ma anche scrittore e intrattenitore) in dialogo con Paolo Massobrio
Joe Bastianich (foto di Angelo Trani)
Joe Bastianich (foto di Angelo Trani)
Joe Bastianich (foto di Angelo Trani)
Joe Bastianich (foto di Angelo Trani)

Un «restaurant man» sempre più attratto dalla musica. Tra i protagonisti di Vinitaly & the City c’è Joe Bastianich, un personaggio sempre più difficile da etichettare. Imprenditore, personaggio televisivo, intrattenitore, scrittore e… musicista: Joseph, classe ’68, è «larger than life» e gravita sempre di più nell’area dello spettacolo. Stasera alle 21 è in Cortile Mercato Vecchio per il fuori Salone del Vinitaly, insieme al giornalista Paolo Massobrio famoso per Il Golosario. Parlerà di vita, vino e musica in un format, “Vino veritas”, che ha portato in giro in teatro. L’evento è parte della Verona Wine Top Night, organizzata dalla Camera di Commercio per premiare le aziende e i vini del concorso Verona Wine Top.

Un altro anno, Joe, e un altro Vinitaly…
Sì, ci vengo da trent’anni. Un evento diventato sempre più importante. Le prime volte non avevo una lira e dormivo nel mio furgone, nel parcheggio dell’ex mercato ortofrutticolo, di fronte alla fiera. Ero un ragazzo e vivevo Vinitaly come un “wine hippie”. Ora sto in un hotel cinque stelle e vado fuori a cena. La vita cambia, no? Ed è bella anche per questo.

Visto che non manca mai al Salone del vino, stiliamo alcune regole per chi va al Vinitaly la prima volta?
Ok. Primo: non uscire mai dalla fiera finché non vai via. Secondo: evita i grandi gruppi quando vuoi mangiare; meglio stare da soli. Terzo: vai in fiera a piedi perché ti fa bene e i pullman sono un disastro. Quarto: ricordati di passare dalla Bottega del Vino in città.

Parliamo di Vino Veritas: cosa succede nel suo show?
Si assaggia vino, si parla, io suono la chitarra e canto. È un piacere presentare il mio spettacolo in un’occasione così speciale, per il vino e per Verona».

Il vino che verità dice?
Il vino è la verità della nostra anima e della Natura, la verità della Terra».

Mai confessato segreti, dopo aver bevuto?
Oh, sì! Certo! Il vino ti toglie filtri. E quando ti spogli così, bevendo, puoi trovare amicizie, amori, passioni».

Prima di cantare lei beve qualcosa?
Sì. Bevo sempre.

Canzoni sul vino ne ricorda?
Ce ne sono parecchie. Così, su due piedi, ne ricordo una che mio nonno triestino cantava: “Ancora un litro di quel bon…”. E poi c’è “Summer Wine” di Nancy Sinatra e Lee Hazlewood, bellissima.

Abbiamo scoperto la sua passione per la musica solo negli ultimi anni. E ora?
Sono in continua evoluzione. Scrivo canzoni e ho in mente di pubblicare un album, in Italia, ma non ho ancora fissato la data di uscita.

Lei ama rock, blues, country e folk. E i nuovi cantanti italiani? E la trap?
Seguo tutto, anche perché mi chiamano in vari festival, compreso quello di Sanremo. Per esempio all’Ariston mi sono divertito tantissimo e mi sono immerso in maniera totale, nel bene e nel male, nella musica italiana. Ho tanti miei amici artisti, come Paola Turci, Nek e i Negrita. Nuovi cantanti? Mi è piaciuto molto Ultimo.

Facciamo un giochino: accostiamo un vino a una band o a una rockstar. Per esempio: The Who…
Loro sono Barolo».

Ligabue?
Mmmm, è un po’ lo Springsteen italiano, no? È di Reggio Emilia e allora dico Lambrusco.

Neil Young?
Lui non è vino, direi che è whiskey.

E Johnny Cash?
Non ho dubbi, lui è decisamente un Cabernet Sauvignon californiano.

I Beatles?
Chianti, un classico.

E i Led Zeppelin?
Loro sono Brunello di Montalcino.

Cioè il massimo…
Sì, più o meno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulio Brusati

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