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Stasera la replica

Zucchero in Arena: «Sono qui, nudo e crudo». Festa per i 66 anni con un secondo concerto «Inacustico»

Zucchero in Arena in «Inacustico 2021» (foto Brenzoni)
Zucchero in Arena in «Inacustico 2021» (foto Brenzoni)
Zucchero in Arena in «Inacustico 2021» (foto Brenzoni)
Zucchero in Arena in «Inacustico 2021» (foto Brenzoni)

Chi pensa che il concerto di Zucchero di ieri sera sia stato solo il riscaldamento per il maxi evento della prossima primavera si sbaglia di grosso. Sugar, in Arena, ha scelto solamente un atteggiamento più intimo, più confidenziale rispetto alle quattordici date che si terranno – sempre all’anfiteatro – a cavallo fra aprile e maggio 2022.

Il bluesman di Reggio però, e così si torna a quanto visto e sentito ieri, ha voluto dare un’impronta precisa alla tappa scaligera regalando un’atmosfera dolce. Senza dimenticare radici e appartenenza, sia chiaro. E stasera si replica, ma con un qualcosa in più perché proprio oggi Zucchero festeggia il suo sessantaseiesimo compleanno.

E che luogo migliore si può scegliere quando si deve far convivere luci, palco e casa se non L’Arena? Perché, al netto delle date dell’anno prossimo, l’anfiteatro per Zucchero è già – da tempo - casa. Probabile pure che nel corso del concerto di stasera – anche se l’artista emiliano non dovrebbe stravolgere la scaletta – ci sia qualche sorpresa. Era stato annunciato, e non ha disatteso le aspettative, come un evento unico seppur meno imponente, rispetto al tour dell’anno prossimo.

Ma è stato proprio questo il punto di forza di «Inacustico 2021», che l’artista sta portando su e giù per l’Italia. E così anche ieri è stata una festa. Anzi, un ritorno per Adelmo Fornaciari – Zucchero – dopo un lungo periodo lontano dall’Arena. Piccola eccezione era stata la comparsata veloce agli ultimi «Seat Music Awards». Ma lì, a voler essere precisi, Zucchero non era stato sotto i riflettori dell’anfiteatro perché per la sua esibizione, sorprendendo un po’ tutti quanti, aveva scelto di cantare direttamente in piazza Bra.

«Sono molto emozionato dopo così tanto tempo», le prime parole. «Quando quasi non ci speravo più sono qui con voi. Grazie», aggiunge. E’ il racconto della terra, del cielo. Graffia ed è dolce: un quadro dipinto su misura per l’Arena. Un viaggio fra l’Emilia, profonda, il Mississippi e Verona. Il concerto, Sugar, lo apre con «Testa o Croce», uno dei suoi pezzi più recenti. Poi un tuffo nel passato recente con «Il suono della domenica» e «Un soffio caldo». Si presenta sotto i riflettori in una Arena pressoché piena con l’immancabile cappello, abbracciando la chitarra. Ripercorre gran parte della carriera, dai brani più celebri a quelli dell’ultimo disco, «Inacustico D.o.c. & More», lavoro uscito a novembre dell’anno scorso.

Sul palco assieme a lui anche gli straordianri Doug Pettibone e Kat Dyson, tuttofare statunitensi della serata. I tre creano un’atmosfera quasi da locale, da cantina. Senza pensare che a pochi metri ci sono migliaia di anime pronte a riabbracciare quella musica attesa da così tanto. Dei successi del passato arrivano «Blu», «Diamante», «Hey man», «E’ delicato» e «Il volo». Anche se per il doppio evento veronese la veste scelta è quella acustica – prima volta per Sugar - non mancano i momenti più accelerati, quelli che fanno, per forza, alzare in piedi. «Baila» e «Diavolo in me», scaldano.

«Sono qui, nudo e crudo. Ma è anche un segnale di ripresa. E poi voglio fare un appello al governo per riportare la capienza al cento per cento. Si stanno dimenticando della cultura popolare», dice, prima di salutare con «Bacco perbacco», «Come il sole all’improvviso», «Un piccolo aiuto» e, infine, «You are so beautiful».

 

 

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