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Intervista al cantautore, stasera in concerto

«Ucraina» di Pierpaolo Adda a Soave per Emergency. «Il cd è nato nelle prime due settimane di guerra»

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Pierpaolo Adda
Pierpaolo Adda
Pierpaolo Adda
Pierpaolo Adda

Ha desiderato arrivare con la veridicità della musica e delle parole dell'anima poetica là dove altro non serve a raccontare la guerra. Il cantautore e compositore veronese Pierpaolo Adda ha appena ultimato il nuovo cd «Ucraina» che debutta stasera in concerto a Soave alle ore 21 nella Sala Garriba: sette brani che saranno man mano anche spiegati dall'autore.

Si tratta di un evento di beneficenza ad ingresso gratuito, con l'obiettivo di raccogliere fondi che saranno devoluti ad Emergency, ed in particolare al finanziamento dell'ambulatorio mobile Politruck in Moldavia, dove già dalla metà di marzo la fondazione umanitaria assiste i profughi in fuga dai teatri di guerra. Ci illustri l'iniziativa.

«Questo CD nasce nelle due prime settimane seguenti l'invasione russa dell'Ucraina - spiega Adda - In quei 15 giorni ho scritto tutte le canzoni. "Ucraina" parla della tragedia scoppiata all'improvviso, dello stupore del mondo e dell'incapacità dei politici di trovare soluzioni. In "Kiev" immagino di parlare a un ucraino ,che potrebbe essere anche ciascuno di noi, raccogliendo il suo dramma, perché non sa più dov'è casa sua, sempre supposto che questa sia ancora là. La canzone termina con un auspicio, un momento di speranza, come se un brutto incubo non possa far altro che finire. "Padroni della guerra": quindi è un rock, un ritmo forte, quasi violento, per condannare chi manda uomini al macello per raggiungere scopi che niente hanno a che vedere con gli interessi delle persone comuni. In "Dove ti sei nascosto?", invece vedo l'anima di un bambino, morto sotto le macerie di un bombardamento, salire al cielo, nell'aria pulita, senza le scorie e l'odore della guerra, e chiedo a Dio dove, per l'appunto, si è nascosto anzichè aiutare le sue creature a vivere. Segue "Amici di Ucraina" in cui ricordo a tutti noi che queste sono persone, esseri umani, esattamente uguali a noi, con gli stessi problemi, le stesse speranze, le stesse vite, e le ringrazio perché, difendendo loro stessi, difendono anche noi. In "Se io fossi per un attimo Dio" affermo che, se al Suo posto, forse dovrei ammettere di aver fatto uno sbaglio nel creare, dopo tutta la natura, anche l'umanità. "Un grande arcobaleno" è il brano conclusivo e l'ho scritto immaginando che possa essere un giorno cantato nelle scuole, nelle chiese, nei luoghi in cui si coltiva l'ideale della Pace e dell'Uguaglianza tra gli esseri umani. È un auspicio».

 

Pensa prima i testi o la musica? «Di solito scrivo una storia che mi appassiona, poi cerco la migliore melodia per esprimerla».

 

Come nasce il sodalizio con Emergency? «Non ho mai avuto rapporti diretti con Emergency, ma il figlio di mia moglie ha però lavorato con l'associazione in Repubblica Centrafricana, in Kurdistan Irakeno e in Afghanistan, per cui dai suoi racconti ho potuto capire quanto preziosa è l'opera che questa ONG compie per dare un aiuto, una speranza a chi è colpito dalle guerre. Purtroppo non ho conosciuto Gino Strada, ma lo considero un vero santo laico, una delle migliori persone che la nostra civiltà abbia espresso. A lui ho dedicato la canzone "Gino Strada", che è nel mio precedente album "Vivere o sopravvivere?" uscito nel dicembre 2021. Canterò anche questa stasera».

 

Chi sono i suoi collaboratori? «Tutti amici che conosco da tempo e stimo moltissimo, perché eccellenti musicisti, capaci di esprimere anche le cose che a volte non riesco neppure a spiegare loro bene. Sono veramente meravigliosi. Si tratta di Eugenia Soregaroli (flauto traverso), Eva Impellizzeri (viola), Franz Bazzani (tastiere), Gilberto Storari (armonica), Ivano Avesani (basso elettrico), Sophia Leda Avesani. (contrabbasso), Tommaso Adda (chitarre elettriche, arrangiamenti, fonico).

 

Quali strumenti suona? «Sono stato un batterista con la passione della chitarra e della poesia. Attualmente, proprio perché mi piace comporre, suono quasi sempre la chitarra, ma conto di riprendere la batteria. Da bambino a 9, 10 anni ho studiato anche il pianoforte, strumento che però non ho più coltivato, ma che mi ha dato alcune basi teoriche che ancora mi aiutano molto. Insomma ... senza musica e poesia non sarei me stesso».

 

Dopo stasera ci saranno repliche in altri luoghi? «Conto di sì, per un piccolo tour dopo la prova generale odierna, sperando nella disponibilità solidale di spazi a Verona e provincia che ci ospitino per continuare questa operazione di aiuto umanitario. Le registrazioni di "Ucraina" sono state fatte in ADSR Studio a Soave, paese dove vivo e sono nato. Mio figlio Tommaso ha curato anche tutti gli arrangiamenti e suonato tutte le chitarre elettriche. Circa i compensi, nessuno dei musicisti della squadra ha chiesto un euro. Sanno tutti molto bene che mi sono fatto carico di ogni costo di produzione e che di questi tempi non è facile ma mi sentivo di farlo .. Hanno tutti lavorato con passione, perché condividono lo scopo per il quale ho immaginato l'intero progetto. La più grande soddisfazione è proprio il lavorare insieme senza scopo di lucro ma per il bene di chi ha bisogno di aiuto».

Michela Pezzani

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