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in scena

«Museo Pasolini», al Camploy un viaggio immaginifico sulle orme del poeta e e scrittore

Il nuovo spettacolo di Ascanio Celestini dedicato all’autore friulano
Una scena dello spettacolo
Una scena dello spettacolo
Una scena dello spettacolo
Una scena dello spettacolo

Museo Pasolini, il nuovo spettacolo di Ascanio Celestini dedicato all’autore friulano, è un viaggio immaginario che stasera mercoledì 1 febbraio, trasforma il Teatro Camploy in una sorta di museo narrativo.

Prodotto da Fabbrica, l'allestimento, che si avvale della presenza in voce di Grazia Napoletano e Luigi Celidonio, ci guida in un immaginario Museo Pasolini dove Ascanio Celestini, narratore del tempo presente, dialoga con l'universo di Pier Paolo Pasolini. Prende vita così un viaggio immaginifico e poetico, dove l’attore si fa narratore e guida e raccoglie un archivio inedito dove la sua voce intreccia Storia e racconto personale in cui scolpisce il profilo di Pasolini.

Come ricordiamo le più importanti personalità della storia culturale contemporanea? Ascanio Celestini risponde a questa domanda concentrandosi sulla figura del poeta, scrittore, regista, intellettuale scomodo e geniale, creando la struttura di un ipotetico museo teatrale dedicato all’autore friulano, con la sua usuale poetica popolare, caratterizzata di marginalità e impegno sociale.

Secondo l’ICOM (International Council of Museums) le cinque funzioni di un museo sono: ricerca, acquisizione, conservazione, comunicazione, esposizione. Come potrebbe essere un museo dedicato a Pier Paolo Pasolini? In una teca potremmo mettere la sua prima poesia: di quei versi resta il ricordo di due parole “rosignolo” e “verzura”. È il 1929.

Mentre Mussolini firma i Patti Lateranensi, Antonio Gramsci ottiene carta e penna e comincia a scrivere i Quaderni dal Carcere. E così via, come dice Vincenzo Cerami: “Se noi prendiamo tutta l’opera di Pasolini dalla prima poesia che scrisse quando aveva 7 anni fino al film Salò, l’ultima sua opera, noi avremo il ritratto della storia italiana dalla fine degli anni del fascismo fino alla metà degni anni ’70. Pasolini ci ha raccontato cosa è successo nel nostro paese in tutti questi anni”.

Ascanio Celestini ci accompagna nel suo ipotetico Museo Pasolini che, attraverso le testimonianze di chi l'ha conosciuto, ma anche di chi l'ha immaginato, amato e odiato, si compone partendo dalle domande: qual è il pezzo forte del Museo Pasolini? Quale oggetto dobbiamo cercare? Quale oggetto dovremmo impegnarci a acquisire da una collezione privata o pubblica, recuperarlo da qualche magazzino, discarica, biblioteca o ufficio degli oggetti smarriti? Cosa siamo tenuti a fare per conservarlo? Cosa possiamo comunicare attraverso di lui? E infine: in quale modo dobbiamo esporlo?

Lo spettacolo

Di e con Ascanio Celestini, vocicGrazia Napoletano e Luigi Celidonio,musiche Gianluca Casadei, suono Andrea Pesce, produzioneFabbrica Srl e Teatro Carcano, contributo Regione Lazio e Fondo Unico 2021 sullo Spettacolo dal Vivo.

Ascanio Celestini. Attore, regista e autore teatrale italiano. È considerato uno dei rappresentanti più importanti del nuovo teatro di narrazione. I suoi spettacoli, preceduti da un approfondito lavoro di ricerca, hanno la forma di storie narrate in cui l'attore-autore assume il ruolo di filtro con il suo racconto, fra gli spettatori e i protagonisti della messa in scena. Tra i suoi spettacoli si ricordano: Cicoria. In fondo al mondo, Pasolini (1998); la trilogia Baccalà, il racconto dell'acqua, Vita, morte e miracoli e Milleuno, la fine del mondo (1998-2000); Radio clandestina (2000); Fabbrica (2002); Scemo di guerra. Roma, 4 giugno 1944 (2004); La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico (2005); Live. Appunti per un film sulla lotta di classe (2006); Il razzismo è una brutta storia (2009); Pro patria (2012); Discorsi alla nazione (2013). Nel 2007 ha girato il documentario Parole sante, incentrato sul tema del lavoro precario, e contemporaneamente è uscito con lo stesso titolo il suo primo album di canzoni; è del 2010 il suo primo lungometraggio, La pecora nera, tratto dall'omonimo spettacolo teatrale, racconto sull'esperienza dei manicomi e sull'alienazione dell'odierna società dei consumi, cui ha fatto seguito nel 2015 la pellicola cinematografica Viva la sposa.

Tra le sue pubblicazioni più recenti si segnalano Io cammino in fila indiana (2011), Pro patria (2012), Un anarchico in corsia d'emergenza (con M.L. Gargiulo, 2015), Barzellette (2019) e I parassiti. Tre vite ai tempi del contagio (2021).

I biglietti

Intero 14 euro - Over65 12 euro - Under30 10 euro - Convenzioni 11 euro In vendita, presso Box Office in via Pallone 16 (lunedì/venerdì 90.30 - 12.30 e 15.30 – 19, sabato 09.30/12.30 - tel. 045/8011154), on line su boxofficelive.it e myarteven.it. Il botteghino del Teatro Camploy sarà aperto la sera dello spettacolo a partire dalle 20. 

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