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Stasera al Fliarmonico

Martha Argerich al piano sfida un difficile Šostakóvic

Martha Argerich
Martha Argerich
Martha Argerich
Martha Argerich

Martha Argerich è l’attesissima protagonista del concerto di stasera, alle 20, al Teatro Filarmonico. La pianista argentina non ha rivali per doti tecniche sbalorditive, per l’intelligenza che scava nelle pagine musicali trovando ciò che gli altri non vedono, la sua conoscenza per ciascuno è stata un’esperienza affettiva importante della propria vita.

Si esibirà con la Manchester Camerata diretta dall’ungherese Gabor Takacs-Nagy. Come programma ha scelto di eseguire il virtuosistico primo concerto per pianoforte, tromba e orchestra di Šostakóvič, con il virtuoso russo-israeliano Sergei Nakariakov.

Quando avvenne la Rivoluzione d’ottobre Šostakóvič aveva solo undici. Il bambino prodigio di Pietroburgo, tra i più importanti compositori del Novecento, visse un travagliato rapporto con il suo paese. Fin dall’infanzia fu in contatto con l'intelligencija’: il pittore Boris Kustodiev, il compositore Glazunov, all'epoca direttore del Conservatorio di Pietrogrado, (dove entrò nel 1919), il pianista Sofronickij, gli scrittori Gor'kij e Tolstoj. Gli artisti sovietici erano affascinati dal progresso e dall’innovazione, si avvicinavano agli ideali tedeschi del “Bauhaus” all’insegna di un’arte pragmatica, fatta di macchine e grattacieli, grandi stadi, monumenti per il popolo. Šostakóvič credette a lungo nel socialismo sovietico. Almeno fino a quando, nel 1934, la sua opera Lady Macbeth del Distretto di Mcensk, fu accusata di andare contro il “realismo socialista”, a favore di un modo di comporre “formalista”, ossia con un interesse per la forma a scapito della comunicazione. Il successo di pubblico della Lady Macbeth era stato evidente fino al 26 dicembre 1935, quando al Teatro Bol’šoj di Mosca, dietro una piccola tenda, c’era ad assistere Stalin in persona.

Sulla Pravda comparve una pesantissima critica: «Il potere della buona musica di avere effetto sulle masse è stato sacrificato per un tentativo piccolo-borghese e formalista di creare l’originalità tramite una clownerie a buon mercato. Un gioco di astuta ingenuità che può finire molto male». Una direttiva stilistica che pare simile a quella anticipata nel concerto in do minore del 1933 che annovera citazioni di musiche altrui, a cominciare dal tema iniziale della Sonata "Appassionata" di Beethoven proposto dal pianoforte nell'attacco dell'«Allegro moderato», poi ripreso dai primi violini e dai contrabbassi, elaborato ancora dal pianoforte con brillante virtuosismo strumentale. Il secondo tema «Allegro vivace» è distribuito fra le due mani del pianista sorretto dalla tromba. Quando riemerge il primo tema, espresso dai primi violini, il pianoforte inizia con gli archi un dialogo in un fitto contrappunto. Nel secondo movimento «Lento» emerge un clima di delicato lirismo: una lunga melodia del pianoforte, che dialoga con la calda discorsività dei violoncelli, è acuita dalla dissonanza tra i violoncelli e pianoforte nella conclusione.

Nel «Moderato», terzo movimento che prosegue senza cesure nell’«Allegro con brio», il pianoforte ha un linguaggio che ricorda quello del classicismo. Tocca al violino di esporre il tema, interrotto dal pianoforte con fluenti arpeggi dal carattere meccanico e scandito nello stile del cosiddetto ‘oggettivismo’ in musica, vicino ad alcune correnti artistiche degli anni Trenta. Il secondo tema, anticipato dal pianoforte, è ripreso dalla tromba che assume una valenza grottesca e divertente con una frase significativa in cui si sovrappongono contrastanti armonie. Un che di caricaturale si trova nel «Presto» conclusivo per via degli squilli di tromba, citazione dalla sua composizione Der arme Columbus (Il povero Colombo), del 1929, per un lavoro teatrale di Erwin Dressel. Il prossimo appuntamento Ascolteremo il secondo concerto per pianoforte e orchestra di Šostakóvič in occasione del prossimo appuntamento del Settembre dell’Accademia con la Mahler Chamber orchestra con la pianista Yuja Wang, giovedì 23 settembre, sempre alle 20.•.

Elena Biggi Parodi

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