<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'incontro

L’amore tra Katia e Luigi al tempo della Shoah

Organizzato alla Gran Guardia dall’Università di Verona. «Un duplice focus sulla scrittura civile di Meneghello e sulla deportazione nei campi di sterminio della Bleier»
Un amore al tempo della Shoah Luigi Meneghello e Katia Bleier
Un amore al tempo della Shoah Luigi Meneghello e Katia Bleier
Un amore al tempo della Shoah Luigi Meneghello e Katia Bleier
Un amore al tempo della Shoah Luigi Meneghello e Katia Bleier

«Una ragazza piacente, vivace, straniera, culturalmente attraente (perché siamo esterofili), che viene da una famiglia di ebrei osservanti e non crede in Dio…». Un ex partigiano descrive così, nel 1946, una donna ebrea sopravvissuta ad Auschwitz appena conosciuta. Siamo a Malo, lui è lo scrittore Luigi Meneghello, lei Katia Bleier. Di lì a poco saranno marito e moglie uniti fino al 2004, come due rette parallele, un binario lungo il riserbo di lei, e di chi tornò a casa con l’esperienza incomunicabile della Shoah, e la scrittura civile di lui volta alla divulgazione e come «promemoria» a voler rimandare a un suo volume del 1994.

Di questo tandem letterario e storiografico, affiancato in famiglia, nel lavoro intellettuale, nelle amicizie, nei viaggi, si parlerà oggi, giovedì 2 febbraio, alle 17.30, nella sala convegni della Gran Guardia, a Verona, al convegno «La Shoah di Katia Bleier e la scrittura civile di Luigi Meneghello». È la seconda tappa del programma dell’Università di Verona, coordinato da Olivia Guaraldo, dedicato al Giorno della Memoria. Vi parteciperanno Luciano Zampese, docente del dipartimento di Lingue e letterature romanze dell’università di Ginevra, curatore della mostra su Katia Bleier alla biblioteca Bertoliana di Vicenza, e Tullia Catalan, docente di Storia Contemporanea dell’università di Trieste, tra i maggiori esperti sulla Shoah al femminile. Modererà l’incontro il professore di storia contemporanea dell’ateneo veronese, Renato Camurri.

«Sarà un duplice focus sulla storia della deportazione, attraverso l’esperienza di Bleier sopravvissuta, e sulla scrittura civile di Meneghello, legato dalla vicenda personale dei due», spiega Camurri. «Meneghello, in Inghilterra, inizia una collaborazione con la rivista di Adriano Olivetti, Comunità, per tramite del veronese Renzo Zorzi. È una rivista di riferimento sulla quale scrive con uno pseudonimo tre articoli sullo sterminio degli ebrei a recensione del libro The Solution Final. The Attempt to Exterminate the Jews of Europe, 1939-1945 di Gerald Reitlinger, pubblicato a Londra nel 1953. Meneghello è autore dei primi testi che parlano della Shoah, capitolo non ancora sondato all’epoca. La sua è un’attività, dunque, lungimirante e che sarà raggruppata poi nel 1994, nel volume Promemoria edito da Il Mulino in cui mette insieme, questa volta a firma sua, tutti i lunghi articoli e saggi. I due momenti sono legati tra loro dal diretto coinvolgimento personale di Meneghello, la cui moglie era appunto sopravvissuta ad Auschwitz e Bergen-Belsen, e dalla sua necessità e urgenza civile di render noto al pubblico italiano i fatti accaduti agli ebrei nei campi di sterminio nazisti, di cui poco si sapeva finita la guerra e che sui quali si allungava l’ombra della rimozione».

Seguendo il filo di queste vicende si aprono altri capitoli raccontati dai carteggi Meneghello-Zorzi, durante l’attività in Inghilterra, ma anche dalle lettere con Primo Levi. «Interessante è l’incontro tra Meneghello e Levi negli anni Settanta», continua Camurri. «In una lettera Meneghello descrive il giorno in cui presenta la moglie a Levi: sono due sopravvissuti che si comprendono con lo sguardo. Solo recentemente questo carteggio è stato valorizzato», conclude Camurri. Nata nel 1919 da una famiglia di ebrei jugoslavi di lingua e cultura ungherese, Katia Bleier, ultima di cinque figli, nella primavera del 1944 viene deportata ad Auschwitz-Birkenau: èl’unica a sopravvivere alla selezione d’arrivo. Nel gennaio del 1945 affronta la marcia a piedi a Magdeburgo e poi in treno fino a Bergen Belsen liberato dagli inglesi in aprile. Sopravvissuta, nel 1946 rientra a Zagabria, attraversando l’Europa distrutta, come la sua famiglia, e cerca la sorella Olga a Malo. Qui conosce Meneghello che, dopo il matrimonio a Milano, seguirà in Inghilterra tra Reading e Londra. Katia morirà a Malo nel 2004, Luigi tre anni dopo.

Maria Vittoria Adami

Suggerimenti