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La band veneta

Il rock britannico dei Bengala Fire da X-Factor a The Factory: stasera il concerto

I Bengala Fire
I Bengala Fire
I Bengala Fire
I Bengala Fire

Rock dal sapore britannico è quello che si ascolterà stasera (venerdì 27 maggio) al The Factory di San Martino Buon Albergo: protagonista la band veneta Bengala Fire, reduce dalla recente partecipazione ad X-Factor, che li ha visti classificarsi terzi, sotto la guida di Manuel Agnelli. «Quello che il programma ci ha dato, oltre ad una bella dose di popolarità che ha decuplicato le nostre visualizzazioni, sono stati degli insegnamenti professionali da custodire gelosamente, per chi come noi vuole fare il musicista di lavoro». Ci ha raccontato Mattia Mariuzzo, per tutti Mario, frontman della band: «È stato un corso accelerato per provare a diventare delle rockstar, con due insegnanti fantastici come Manuel Agnelli e Rodrigo d'Erasmo, dalla conoscenza musicale mostruosa e dalla passione infinita».

Oltre a “Mario”, sul palco di San Martino b/a saliranno anche Andrea Orsella (chitarra), Alexander Puntel (batteria) e Davide Bortoletto (basso). Quattro amici che stanno rincorrendo questo sogno, partendo da lontano: «Abbiamo cominciato a suonare assieme all'età di dodici anni, iniziando con le classiche cover hard rock e scoprendo nei successivi quel filone britannico che ancora ci accompagna: dai Beatles, ai Pink Floyd, per arrivare alle cose più contemporanee come gli Arctic Monkeys su tutti, ma anche Strokes, o gli attuali Fontaines D.C. e Idles».

Stasera sarà principalmente l'occasione per ascoltare i loro primi singoli pubblicati (Valencia e Amaro Mio), compreso l'ultimo «Jack (Non Sa)», oltre a qualche inedito che andrà a comporre il loro primo disco, a cui stanno lavorando: «"Jack (Non Sa)" è nostro primo brano in italiano, nato dall'esigenza di scrivere nella nostra lingua madre: questo grazie a Manuel Agnelli che, durante il nostro percorso ad X Factor, ci ha esortati più volte a tentare. Abbiamo scoperto che cantare in italiano ha su di noi un impatto emotivo totalmente nuovo, coinvolgente e trascinante». Ha concluso Mariuzzo: «Jack, protagonista del brano, è il simbolo di una forma di smarrimento che forse ognuno di noi, prima o poi, ha provato. L’esasperazione di Jack non è un lieto fine, o una soluzione, ma rappresenta un punto oltre il quale deve succedere qualcosa, un punto di non ritorno». 

Fabio Ridolfi

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