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26 aprile

Il comandante partigiano che un comitato vorrebbe santo: a Roncà la pièce su Luciano Dal Cero

La compagnia tregnaghese Teatrinvisibili gli ha dedicato «Il prezzo della libertà», in scena al teatro parrocchiale di Roncà
Luciano Dal Cero, comandante della Brigata Manara, ucciso il 29 aprile del 1945
Luciano Dal Cero, comandante della Brigata Manara, ucciso il 29 aprile del 1945
Luciano Dal Cero, comandante della Brigata Manara, ucciso il 29 aprile del 1945
Luciano Dal Cero, comandante della Brigata Manara, ucciso il 29 aprile del 1945

C’è chi, il «comandante Paolo» lo chiamava Santo in vita, chi così lo ha ritenuto tale dopo la sua uccisione (il 29 aprile del 1945) e c’è chi, a quasi ottant’anni di distanza, porta avanti l’istanza per l’apertura del processo di canonizzazione e chi lo racconta con una pièce teatrale (proposta oggi, venerdì 26 aprile al teatro parrocchiale di Roncà, alle 20.45) che prende spunto dalla ricerca storica degli studenti dell’istituto superiore che porta il suo nome: al centro la Medaglia d’oro al Valor militare Luciano Dal Cero.

Alla figura del comandante della Brigata Manara, ma anche a quella della sorella Lisetta, la compagnia tregnaghese Teatrinvisibili ha dedicato “Il prezzo della libertà”: è un testo costruito sul libro “Luciano Dal Cero, una vita per la libertà” che raccoglie le ricerche storiche e le testimonianze raccolte dai ragazzi dell’istituto Dal Cero di San Bonifacio e dai loro docenti. Lo ha lavorato il regista Gaetano Miglioranzi affidandone la rappresentazione ad Alessio Leardini, Alessandra Torricelli, Davide Bertagnoli, Giacomo Scardoni e Nicola Cordioli.

Comune e Pro loco di Roncà hanno voluto affidare loro la commemorazione della Liberazione e dei 79 anni dall’eccidio del comandante partigiano ma anche ricordando la centralità della figura della sorella Lisetta: quest’ultima, prima preside dell’Isiss Dal Cero di San Bonifacio, già nel 1946 raccolse nelle pagine di “In memoria del Comandante Paolo” la biografia del fratello ma anche la cronaca di quanto li vide entrambi protagonisti dall’autunno del 1943 alla Liberazione.

Proprio in quelle pagine sono le parole di Norberto Bobbio, compagno di cella di Luciano al Corridoni, a far luce su ciò che aveva mosso all’azione il giovane montefortiano: «Aveva ascoltato la voce perentoria della coscienza. Di educazione e di sentimenti cristiani, intimamente rivissuti e diventati norma costante all’azione, il suo antifascismo non era il risultato di un ragionamento, e meno che mai di un calcolo improvvisato, ma di uno slancio morale: era il naturalissimo prodotto della sua coscienza religiosa della vita, dalla quale aveva appreso che il giusto deve essere pronto in ogni momento a combattere per la buona causa».

Anche da questo ha preso le mosse la richiesta di apertura del processo di canonizzazione che, approdato in Curia a Verona, dovrà tuttavia passare, come spiegano dalla diocesi, a quella di Vicenza: Roncà, parrocchia nella quale Dal Cero visse gli ultimi mesi, morì e venne sepolto, è infatti in diocesi berica

Paola Dalli Cani

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