Il 27 maggio 1923 veniva alla luce Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti, per tutti, semplicemente, Don Milani. Intellettuale irrequieto e scomodo, pittore e polemista, fervido sostenitore dell’obiezione di coscienza in opposizione al servizio militare obbligatorio, dal 1954 il borghese Don Milani si troverà a condurre tra mille ristrettezze una parrocchia nel piccolo paese di Barbiana: una sistemazione punitiva per la curia fiorentina, un’epifania per Don Milani, che da Barbiana non solo non si sposterà più, ma, anzi, proprio a Barbiana maturerà la straordinaria esperienza educativa e pedagogica che confluirà nella scrittura collettiva di Lettera a una professoressa (1967).
A cento anni dalla nascita, il priore di Barbiana continua a porre degli interrogativi: quale deve essere il ruolo della scuola nella società? E quello degli insegnanti? Come tradurre nella quotidianità i grandi ideali pedagogici? «I’ priore. Don Milani, Barbiana e la scuola italiana» è uno spettacolo di Fondazione Aida sostenuto da Inner Wheel Club di Verona e con la collaborazione del Comune di Verona, della prima circoscrizione centro storico e di Progetto Famiglia che debutterà al Teatro Camploy lunedì 15 maggio.
La presentazione delle ore 10.30 è riservata al mondo della scuola, seguirà un dibattito con Cinzia Marostegan, psicopedagogista, gli studenti, e Emanuela Ferri Meli, presidente di Inner Wheel Club di Verona; mentre la replica delle 20.30 è aperta alla cittadinanza. Per un pubblico di adulti e per ragazzi da 12 anni.
«I’ priore. Don Milani, Barbiana e la scuola italiana» è un monologo dedicato al mondo della scuola, dagli studenti agli insegnanti; un’occasione per riflettere, a partire dalla vicenda esemplare di Don Lorenzo Milani e della scuola popolare di Barbiana, il sempre attuale tema dell’istruzione, specie oggi, a seguito della forzata esperienza della didattica a distanza.
«Questo progetto - spiega Emanuela Ferri Meli, presidente Inner Wheel Club di Verona - si inserisce nell’iniziativa del Consiglio Nazionale Italia Fermiamo la dispersione scolastica. Aiutiamo a non abbandonare la scuola, che fornisce ai giovani competenze necessarie per affrontare la vita e muoversi autonomamente e consapevolmente nella società». Il testo è scritto da Simone Dini Gandini, regia Lucia Messina, con Massimiliano Mastroeni. Sound Design Andrea Santini, scenografie Federico Balestro, costumi Gilda Li Rosi e luci Riccardo Carbone. Partendo dalle vicende personali di Michele Zago, bidello, lo spettacolo presenta un rapido excursus sull’evoluzione della scuola italiana.•.