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VILLAFRANCA FESTIVAL

«Amici fragili». Buffa racconta la sera in cui si incontrarono De Andrè e Gigi Riva

Il giornalista Federico Buffa sarà stasera sul palco del castello di Villafranca con lo spettacolo «Amici fragili»
Il giornalista Federico Buffa sarà stasera sul palco del castello di Villafranca con lo spettacolo «Amici fragili»
Il giornalista Federico Buffa sarà stasera sul palco del castello di Villafranca con lo spettacolo «Amici fragili»
Il giornalista Federico Buffa sarà stasera sul palco del castello di Villafranca con lo spettacolo «Amici fragili»

«Amici fragili» è la storia di una cena, dell’incontro fra il cantautore Fabrizio De Andrè e il calciatore Gigi Riva. Il racconto di quella notte è affidato al giornalista televisivo Federico Buffa che stasera sarà sul palco del «Villafranca Festival».

 

Federico Buffa, come mai ha scelto proprio il frammento che unisce la vita di De Andrè a quella di Riva? Tre anni fa per Sky avevo raccontato la storia di Gigi Riva. Ma allora il mio amico, e regista, Marco Caronna non sapeva di questo particolare: Gigi Riva e Fabrizio De Andrè si erano incontrati una volta e una sola. Era una domenica sera del 1969. Quel pomeriggio il Cagliari aveva giocato a Genova, allo stadio di Marassi, contro la Sampdoria. Quell’incontro, davvero l’unico della loro vita, finirà con lo scambio maglia contro chitarra. Noi raccontiamo quelle sei, sette ore.

 

Come si è preparato a questo spettacolo? È molto complesso e difficile per me perché diverso dagli altri. Qui resto in scena un’ora e mezza, va sopra le mie abitudini. Però è uno spettacolo magnificamente supportato a livello visivo. Ci sono dei disegni e delle musiche suggestive che aiutano lo spettatore ad entrare nelle canzoni di De Andrè.

 

Come verrà raccontata quella sera speciale? È uno spettacolo un po’ melanconico perché loro lo sono. Noi cerchiamo di sollevarlo con qualcosa di più facile consumo. Sono undici segmenti, che è il numero di maglia di Riva, ognuno con loro due al centro. Ma si viaggerà anche altrove. Sono contento di fare «Amici fragili» perchè sono personaggi fuori dal comune della seconda parte del Novecento e che hanno una potenza spaventosa.

 

Che rapporto ha con Gigi Riva? Vivevo le mie estati nel paesino a fianco a quello dove lui è nato (Leggiuno, provincia di Varese, ndr). Riva tornava a casa a luglio e io in bicicletta andavo sotto casa sua, tanto sapevo che fumava e che prima o poi si sarebbe affacciato sul balcone. Per noi ragazzini, all’epoca, Riva era una divinità.

 

Tralasciando per un momento «Amici fragili», c’è qualche storia che vorrebbe raccontare? Un sogno... Torno al famoso discorso di Stanford, quello di “Stay hungry, stay foolish“ di Steve Jobs. Ma lui dice, già lì, che quelle non sono parole sue. E io ho sempre pensato: ma perché nessuno è andato a cercare chi le avesse dette prima? Da tempo sto raccogliendo materiale. In realtà è stato un certo Steward Brand che oggi vive su una barca, da solo, a Sausalito, in California. Ora ha 82 anni. Siamo andati sulla barca a chiedere se potevamo fare un documentario e lui ha detto “Non partecipo, grazie”.

 

È la prima volta che viene a Villafranca? O ha qualche ricordo in particolare? Quando avevo tredici anni il Milan perse 5-3 contro il Verona la partita dello scudetto, il 20 maggio 1973. Il Verona giocò una partita meravigliosa, ma in particolare ricordo Franco Bergamaschi che fu decisivo per i primi tre gol. Fece una partita pazzesca. Poi venne a giocare proprio al Milan. Ecco, la cosa che ricordo della mia infanzia è che Bergamaschi era di Villafranca. È una ferita da cui non mi riprenderò (ride, ndr).•.

Nicolò Vincenzi

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