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A San Giovanni Lupatoto

All'Astra le Troiane di Euripide raccontano l'Ucraina

di N. Vin.
Gli artisti canteranno in ucraino e reciteranno in italiano
Gli artisti canteranno in ucraino e reciteranno in italiano
Gli artisti canteranno in ucraino e reciteranno in italiano
Gli artisti canteranno in ucraino e reciteranno in italiano

I grandi classici che raccontano i giorni nostri. Le difficoltà e il conflitto armato. Ma anche le problematiche di chi è esule e ricorda il proprio Paese. Questa sera al teatro Astra di San Giovanni Lupatoto, alle 21, il regista veronese Matteo Spiazzi porta in scena «Le Troiane». Sul palco ci saranno gli attori ucraini parte del progetto «Stage4ukraine». La storia di Spiazzi con lo stato in guerra alle porte d'Europa è ormai noto.

Assieme alla coreografa Katia Tubini (e al compagno Cristiano Zanus Fortes) era in Ucraina per dare vita allo spettacolo «The Ball» quando, a fine febbraio, iniziò l'invasione russa. Alcuni artisti, da quel momento, avevano raggiunto l'Italia seguendo Spiazzi. «Era uno degli obiettivi che ci eravamo posti. Abbiamo fatto un lavoro straordinario su le Troiane di Euripide. In realtà», spiega il regista, «partiamo da quella storia, ma raccontiamo le vicende dell'Ucraina in maniera teatrale, spettacolare». Le affinità non mancano: «Ci sono delle somiglianze fra il testo e quello che sta succedendo in Ucraina. Quello che mi ha più impressionato è stato leggere delle donne esuli Troiane, dopo la guerra, e le ragazze che hanno lasciato il loro Paese per venire qui».

C'è poi un altro aspetto: «Durante lo studio abbiamo scoperto che gli ucraini probabilmente sono discendenti dei troiani. È chiaro che è molto difficile trovare delle prove certe di questo, ma è comunque molto affascinante». I ragazzi, stasera, sul palco canteranno in ucraino, ma reciteranno in italiano. «Per loro è un grande sforzo, ma è tutto molto bello. I testi delle canzoni sono in ucraino ma sono basati su Euripide. Quindi i cori sono della tragedia che diventano, poi, quelli di un popolo intero», spiega ancora il regista alla vigilia dello spettacolo. In tutto sono trenta i ragazzi arrivati in Italia. E questi da alcuni mesi vivono situazioni diverse: «Alcuni», aggiunge parlando anche lato umano degli artisti, «già prossimamente torneranno nel loro Paese. Hanno fatto questa scelta perchè là c'è ancora tutta la loro famiglia. Ed è una decisione assolutamente capibile. Hanno sempre detto che lo avrebbero fatto. Altri invece cercheranno di continuare a studiare qui da noi perchè, al momento, la vedono come l'unica alternativa possibile. È chiaro che ognuno di loro, una volta finita la guerra, vorrà tornare indietro per poter costruirsi un futuro».

I protagonisti di «Le Troiane» vivono tutti insieme, nella stessa struttura. Ma ci sono ancora delle necessità. E Spiazzi la spiega così: «Nel primo momento dell'emergenza ce la siamo cavata anche grazie all'Accademia d'arte drammatica e all'Educandato Agli Angeli. Loro ci hanno dato un sostegno enorme e così siamo riusciti a far fronte alla situazione più critica. In questo momento, poi, i corsi delle accademie sono chiuse e abbiamo sopperito anche a ciò. Adesso stiamo cercando di capire come gestire una soluzione a più lungo periodo. Siamo in attesa di capire se ci sarò a San Giovanni Lupatoto in un'ex caserma». «Venire a vedere lo spettacolo», conclude, «vuol dire anche vedere dal vivo questi ragazzi che sono davvero incredibi». 

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