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Ambra e Scommegna in una storia di bullismo

In scena Ambra Angiolini e Arianna Scommegna in «Il nodo»
In scena Ambra Angiolini e Arianna Scommegna in «Il nodo»
In scena Ambra Angiolini e Arianna Scommegna in «Il nodo»
In scena Ambra Angiolini e Arianna Scommegna in «Il nodo»

Di chi è la vera responsabilità quando un figlio si trasforma in vittima o in carnefice? Come si può arrivare ad atti vessatori tali da indurre un ragazzo o una ragazza ad uccidersi? Chi sbaglia? Parte da qui, da questi interrogativi tremendi che conducono dritti alle tante responsabilità educative dei genitori e delle istituzioni nei confronti dei giovanissimi la pièce di Johnna Adams “Il nodo” che questa sera, alle 20.45, al teatro Salieri di Legnago, aprirà la rassegna dedicata alla Prosa. In scena le attrici Ambra Angiolini e Arianna Scommegna, dirette dalla regista Serena Sinigaglia, che reinterpreta il testo della Adams nella traduzione di Vincenzo Manna e Edward Fortes. ù“Il nodo”, pubblicato nel 2012 dall’American Theatre Magazine e nello stesso anno prodotto dal Contemporary American Theater Festival, ha debuttato a Shepherdstown in Virginia. Successivamente, venne allestito da altre 40 produzioni americane, toccando numerose città tra cui New York, Philadelphia Chicago, Dallas, Houston, Berkeley e Los Angeles. In questa nuova versione tutta italiana, Sinigaglia rimane fedele all’opera originale, ambientata in una classe di prima media della scuola pubblica di Lake Forest, un piccolo centro vicino Chicago. Ma al contempo osserva anche che “il “dove” non è importante. Lo è piuttosto il “quando” e in particolare il “perché”. In questo modo, “Il nodo”, come già nelle intenzioni dell’autrice, supera il suo essere un testo teatrale sul bullismo ed il cyberbullismo e va oltre, indagando nel profondo le cause di questo odioso e sempre attualissimo fenomeno. La vicenda prende forma in un’aula di una scuola pubblica durante l’ora di ricevimento dei genitori dove una docente incontra inaspettatamente la madre di un suo allievo rientrato a casa pieno di lividi. Non si sa se è stato vittima di bullismo o forse al contrario il “bullo” è proprio lui. La madre vuole capire e andare fino in fondo perché in seguito a questo fatto il suo ragazzo ha compiuto l’irreparabile. Sciogliere il nodo, cercando la verità su quanto accaduto, per la donna si trasforma nell’unica possibilità alla quale aggrapparsi. “La madre e l’insegnante combattono per salvare se stesse dal baratro della colpa - spiega la regista Sinigaglia - e forse anche per cercare un senso ad una morte tanto orribile Nel frastuono e nel clamore della loro battaglia non si accorgono che solo una voce resta muta e lontana: quella del figlio. Il nodo gordiano è un nodo che non puoi districare se non tagliandolo di netto. La metafora del titolo è dunque molto chiara: esistono conflitti che non possono più essere sciolti, ma solo recisi”.•.

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